Partiamo dalla fine. Scopo di una recensione, su modello MYmovies, è esprimere un giudizio sul libro che, sinteticamente, può dividersi in “Consigliato: Sì” e “Consigliato: No”. Bene. In ultima istanza l’acquisto del libro d’esordio di Sasha Grey, The Juliette society, è “Consigliato: Sì”.
Perché questa non può essere una stroncatura. E non può esserlo per una ragione molto semplice: l’autrice è Sasha Grey.
Per chi non la conosce, un giro su google video potrà raccontare di lei tutto quello che c’è da sapere.
Per chi la segue da anni, non c’è bisogno di dire quanto dobbiamo ringraziarla. Ma diciamolo lo stesso: grazie Sasha per aver dato al porno una nuova primavera. Per tutti i maschi (e non sono pochi) per cui il massimo dell’erotismo non sono le mastodontiche mammelle di una biondona tinta o le labbra deformi di una buzzicona ricoperta di fondotinta. Le tanto idolatrate Moana Pozzi e Jenna Jameson erano solo roba per camionisti. Intendiamoci: chi non va pazzo per una bella bistecca al sangue? In quel caso Gianna Michaels è quello che fa per voi. E ci sono giorni in cui non teme rivali. Ma, in generale, quanti sono quelli che preferiscono il sushi? Ecco. Sasha Grey è stata il sushi del porno. Semplice. Raffinata. Qualcosa di cui puoi abbuffarti senza rovinarti il fegato. Certo, non si è inventata niente. Tutta la sottomissione e tutta la perversione che ha messo nelle sue interpretazioni c’erano già, altrove. Ma erano di nicchia. Lei le ha rese pop. Anche il camionista, adesso, guarda i video di Sasha Grey. E, pur pensando che in fondo un paio di taglie in più non le farebbero male, se la gode.
Dovrebbero ringraziarla anche le donne. E non solo perché, come è noto, piace molto anche a loro. Ma soprattutto perché con il modello di consapevolezza che ha imposto nel suo campo forse troveranno un po’ più uomini che si rendano conto che “cerca di essere un tenero amante ma fuori dal letto nessuna pietà” è la frase più sopravvalutata della storia. E che, se davvero si vuol fare felice una donna, tendenzialmente, tocca invertirne il senso.
Ecco, di tutto questo, e di molto altro, bisognerebbe ringraziare Sasha Grey.
E perdonarle anche l’imperdonabile abbandono del posto di lavoro a 21 anni. Per concentrarsi su altro. Tutto l’altro che le sia venuto in mente. Dopo aver presenziato in una serie infinita di videoclip (dagli Smashing Pumpkins a Eminem), essere stata fotografata da importanti fotografi (da Kern a Richardson) e protagonista di video d’artista (Richard Phillips) è passata alle serie tv, ai film impegnati (che non ha giustamente visto nessuno) e si è riciclata fotografa, pittrice (indimenticabile la sua performance in un video del teleimbonitore Andrea Diprè) , musicista, produttrice, dj. E, adesso, anche scrittrice.
Esistono quei personaggi che non riescono a fare solo una cosa. E anzi ne fanno bene parecchie. Uno su tutti, Leonardo da Vinci. Ma, senza scomodare il grande genio, pensiamo a geni più vicini a noi, come David Lynch o David Bowie (che hanno fatto un po’ tutto, anche loro). Ecco. Per gente così, una cosa non basta. E, dai fumetti ai videogiochi, non c’è campo in cui non abbiano sentito l’esigenza di cimentarsi, sovrastati da un talento e da un’inquietudine di fondo che stentava ad esser contenuta in una sola disciplina. Beh, Sasha Grey è più tipo Ligabue. Ha uno stadio intero che canta in coro “Piccola stella senza cielo”. Ok. Ma c’era proprio bisogno di far finta di essere anche un regista? E anche uno scrittore? Se qualcuno gli rivelasse che un suo omonimo è stato un pittore squilibrato della prima metà del ‘900 potrebbe cedere alla tentazione di armarsi di tavolozza e automutilarsi per calarsi nella parte. Il che non sarebbe necessariamente un male. Ma non è questo il punto. Il punto è che non a tutti è dato realizzare grandi cose in ambiti diversi. E la tentazione “rinascimentale” è una delle più insidiose nella carriera di un artista.
E Sasha, nel suo campo, è stata l’artista più grande.
Solo che anche lei, ad oggi, è cascata in pieno nella trappola della vanagloria. I suoi autoscatti non sono male, ma come potrebbero esserlo? C’è lei, seminuda (o nuda). Per quanto riguarda il resto dei suoi talenti, beh, la sua musica è inascoltabile e i suoi film-film, beh, diciamocelo, non sa recitare. E adesso questo libro.
Visto che avevo anticipato che questa recensione non si sarebbe trasformata in stroncatura devo parlarne male adesso. Per poi riprendermi nel finale.
Ok, facciamolo.
Non sa scrivere. Non è un libro che un lettore serio possa leggere senza irritarsi. La storia è questa: ragazzina per bene molto innamorata del suo amabile fidanzato perfetto ha desideri di cui il suo amato neanche sospetta. Ce lo fa capire elegantemente dicendoci ogni due righe che è “nuda” e che è “frustrata” perché il suo fidanzato Jack la “esclude” e che quindi lei si “masturba”. Finché, beh, non incontra una più zoccola di lei che le fa vedere quanto ci si può divertire a farsi rinchiudere in minuscole gabbie elettrificate con un tappo anale ben in vista circondata da maschi eccitati e disinibiti. Così la protagonista cambia. Vuole qualcosa di più dalla sua vita sessuale. Il suo fidanzato, inorridito dal fatto che lei gli chieda di darle un paio di sberle mentre se la scopa, le chiede una pausa di riflessione e parte per un viaggio di lavoro (il tutto succede in 3 righe scarse). E lei decide che, ma sì, se ne è andato già da 10 minuti “cosa si aspettava che facessi? Che restassi a casa, a piangermi addosso? Manco morta”. E parte l’aisuaidsciattata. Cioè una variazione esplicita dell’ultimo film di Kubrick. C’è la Cia, ci sono i senatori perversi, ci sono le superville irraggiungibili e gli scantinati terrorizzanti, ci sono i dettagli sugli umori appiccicosi di ogni amplesso. E c’è un costante dialogo tra la realtà e il sogno che fa si che ogni due pagine ci venga raccontata un’improbabile fantasia erotica. E naturalmente il finale, beh, in fondo sto per consigliarvi di comprare questo libro quindi, il minimo che possa fare, nonostante sia tutto molto scontato, è non rovinarvelo.
Ma finiamo la recensione del libro. Che non è un libro. È un romanzetto erotico costruito a tavolino. E che ha l’aggravante di citare ogni 10 righe qualche riferimento che dovrebbe elevarlo culturalmente. Godard. Bazin. Focault. Truffaut. De Sade, naturalmente, fin nel titolo. Più sono francesi, più le piacciono. Sembra una di quelle ragazzine sciocche, con cui capita di uscire a prendere un aperitivo. Hanno, chissà per quale ragione, la strana idea che snocciolare quattro cosette origliate chissà dove, le renda donne di mondo. E non si rendono conto che tutta quella paccottiglia le rende orrendamente midcult. Ci mancano solo gli aforismi di Dalì e le poesie di Prevert, per completare il quadro.
La trama è tanto scontata quanto inevitabile. Lo stile, non esiste. La leggibilità è altissima perché non c’è passaggio narrativo che non venga spiegato almeno tre volte, quando non dichiarato esplicitamente “Io non sarò mai più la stessa. Ho superato il confine”.
In buona sostanza è il genere di libro che sembra costruito da un team di sovreccitati studenti di creative writing: “mettiamoci un simbolo che ritorna, dai!” “figo, che ne dici se qui raccontiamo per filo e per segno come si fa il cemento armato?”
Però. Come si fa a leggere un libro di Sasha Grey con lo sguardo frustrato di chi calcola e ricalcola mentalmente l’ammontare degli anticipi che avrà incassato e pensa: “dio, come scrive male”?
Infatti bisogna mettere da parte tutto il livore che i libri erotici suscitano negli scrittori che non si capacitano di quei numeri esorbitanti (che loro non faranno mai) e godersi il lato positivo.
L’onda della letteratura erotica sarà un’onda breve, scoccheranno le ultime frecce, ormai accumulate nella faretra dei vari editori ma non saranno avvelenate.
C’è almeno una decina di scrittori considerati seri che scrivono libri molto più illeggibili di questo. Con l’aggravante di essere in più senza trama (dovrebbero farsi aiutare da qualche bravo studente).
Dovete immaginarvi la protagonista fisicamente uguale a Sasha Grey.
Avete presente quella cosa che con i libri seri di scrittori seri non si dovrebbe fare? Cioè fondere l’autore con il protagonista e pensare che quello che si racconta è autobiografico? Ecco. Con questo libro, fatelo. Fatelo e vi piacerà. Pensate che quella che si masturba “fino allo sfinimento” è proprio Sasha. E quella che si fa sodomizzare davanti a un caminetto è proprio Sasha. Etc, etc.
Intervallate, se possibile, una capitolo a una clip a luci rosse. Ancora meglio, sovrapponete. E pensate, “ok, non sarà una grande scrittrice, ma con che coraggio faccio le pulci a una che sta facendo esattamente quell’espressione?”
Oltretutto, da questa prospettiva potrete godervi alcune trovate molto divertenti. Di un libro che, davvero, alleggerito dal peso di essere letto come libro, ha assolutamente la sua godibilità
Oltre a un’apologia dello sperma che dovrebbe essere oggetto di studio per tutte le frigide disinteressate all’articolo che ancora popolano le nostre metropoli, ci sono fulminanti attacchi ai maschi scarsamente equipaggiati, “chi li capisce, i maschi con l’uccello piccolo?” e “Ah, l’arroganza dei micropenici. Hanno sempre qualcosa da dimostrare”, generalizzazioni sublimi dell’immaginario maschile ”Una donna legata alla tazza del cesso. Il sogno di ogni idraulico” perfette ricognizioni sul grado di evoluzione umana che identificano il suo apice nell’invenzione del drilldo “duemila anni di cultura, le sette epoche dell’uomo, e tutto per raggiungere il momento culminante in cui una mente geniale ha partorito l’idea di combinare un vibratore a un trapano”, grandi verità empiriche “i miei orgasmi più dirompenti li ho avuti da legata”, interrogativi filosofici finora trascurati dai giganti del pensiero “avete mai provato a fellare qualcuno sott’acqua?”, nuovi ideali romantici “Non avrebbe potuto andare meglio. Io e lui soli, davanti a un caminetto acceso, a fare sesso anale con un barattolo di burro (da due kg ndr)” e raffinati consigli culinari “ho il culo marinato nei miei umori, aromatizzato alle spezie, pronto da cucinare, ma passano orgasmi multipli prima che Jack aggiunga il suo lievito”.
Ecco, questo è quanto.
Di tutte le cose orribili che affollano librerie e drugstore, The Juliette Society non è di certo la più orribile.
E Sasha in fondo ha fatto un buon lavoro e si merita il nostro supporto.
E voi avete il dovere di darglielo.
Perché, siamo seri: davvero vorreste negare i vostri 15 euro a Sasha Grey, dopo tutto quello che ha fatto per voi?
Mario de Laurentiis (Napoli 1969 – Segrate 2666).