dal Corriere della Sera del 6/10/2015
E’ cominciato ieri il Sinodo sulla famiglia.
Che difenderà il concetto di “famiglia naturale”.
Ma cosa si intende per famiglia naturale? Un uomo e una donna che si amano e fanno un figlio insieme? Ma oltre ad amarsi, i due dovranno pur firmare un contratto. Giureranno davanti a un prete o a un sindaco, impegnandosi a essere fedeli, a rispettarsi, ad essere solidali, ecc. Viene spontanea una domanda: cosa c’è di naturale in un contratto? Come si spiega per esempio che un popolo permetta ai suoi cittadini maschi di avere 4 mogli, mentre un altro gliene concede una sola? Eppure sono contratti riconosciuti dalla legge, addirittura sanciti dalla religione. Qual è piu naturale fra i due contratti? E chi stabilisce cosa è naturale e cosa non lo è?
Abbiamo sentito un giovane prete teologo dire con fermezza che nella Chiesa esiste una “paranoia omofoba”, che le discipline riguardanti la vita sessuale dei suoi aderenti, è “disumana”. Quindi il matrimonio fra uomo e donna è ‘naturale’ e invece fra due uomini è innaturale. Però poi scopriamo che migliaia di preti sono stati condannati in America per pedofilia. Una cosa grave, che condanniamo decisamente, perché si tratta di abuso e violenza, anche se le grandi cifre ci suggeriscono che perfino in quel deplorevole comportamento c’è qualcosa di “naturale”. Non sto giustificando la pedofilia, ma constato che una sessualità clandestina, vissuta nel silenzio, nella paura, nei sensi di colpa, porta direttamente alla violenza contro il corpo dell’altro. Merito di Christoff Charamsa è di avere messo l’accento sulla completezza dell’amore: eros e affetto non possono essere separati. La Chiesa invece demonizza l’eros e glorifica l’affetto, ma con questo crea schizofrenia e malessere. Ho conosciuto dei giovani preti protestanti tedeschi e inglesi, con accanto moglie e figli. Nessuno li considerava meno preti perché avevano una vita sentimentale e sessuale lecita, chiara, pulita.
Mi chiedo, rileggendo il Vangelo, se Cristo sarebbe oggi così indignato contro chi proclama il diritto all’amore. Dopo tutto anche la sua famiglia aveva poco di “naturale”: non era nato da una vergine e da un uomo casto? Eppure Marco e altri raccontano di fratelli e sorelle di Cristo. Ma i Padri della Chiesa li hanno volutamente cancellati.
Cosa c’è di ‘naturale’ in un Sinodo che affronta i grandi temi della trasformazioni della famiglia, senza che si possa ascoltare una sola voce femminile? Ci saranno 270 padri sinodali, che vengono da tutto il mondo, e dovranno, alla fine, scrivere una Pastorale familiare. Qualche donna sarà ammessa, ma solo fra gli Uditori. Vi sembra logico e giusto?
Marco Cubeddu (Genova, 1987), ha pubblicato i romanzi «Con una bomba a mano sul cuore» (Mondadori, 2013) e «Pornokiller» (Mondadori, 2015). Scrive su diverse testate, tra cui «La Lettura» del «Corriere della Sera», «Link - idee per la tv», «Il Secolo XIX», «Panorama», «Il Giornale» e «Linkiesta». È caporedattore della rivista letteraria «Nuovi Argomenti». Vive tra Roma e Milano. «L'ultimo anno della mia giovinezza», reality letterario sulla vita di Costantino della Gherardesca, esce per Mondadori il 30 gennaio 2018.