Nella sezione Cultura de Il Giornale capita di trovare alcune perle: gli intrecci e le storie di una crew tutta dublinese formata da William Butler Yeats, James Joyce, Samuel Beckett, Ford Madox Ford (l’argomento della tesi di laurea di John, il protagonista di ‘’Gioventù. Scene di vita di provincia’’ di Coetzee), Thomas Stearns Eliot. Una nazionale di scrittori e poeti capitanata da uno stroncatore di giovani talenti irlandesi nelle vesti di Mecenate, burbero persino durante le messe di suffragio: Ezra Pound. L’autore d’eccezione del pezzo si chiama Seamus Heaney, era l’idolo di Bono Vox e fu premiato nel 1995 con il Nobel per la Letteratura per versi come questi:
Tra l’indice e il pollice riposa
La mia penna tozza e comoda come una pistola.
Sotto la finestra il suono netto e stridulo
Della vanga che affonda nella terra ghiaiosa:
Mio padre, che scava. E guardo giù
Finché la schiena gli si abbassa fra le aiuole
E torna su come vent’anni di prima
Piegandosi a tempo tra le piante di patate
Dove stava scavando.
Con lo stivale rozzo annidato sul vangile
Spostava l’asta fermamente contro
La parte interna del ginocchio. Sradicava le piante
Affondando la lama lucida e noi raccoglievamo
Le nuove patate, ci piaceva
Sentirle fredde e dure fra le mani.
Per Dio, il vecchio sapeva maneggiare la vanga.
Proprio come il suo vecchio.
Tagliava più torba mio nonno in un giorno
Di ogni altro uomo nella torbiera di Toner.
Una volta scesi a portargli il latte
In una bottiglia col tappo di carta. Si alzò
Lo bevve, e si rimise subito al lavoro
Incidendo e tagliando nettamente, sollevando
Zolle sulla spalla, e scendendo sempre più giù
Per trovare quella buona. Scavando.
E mi torna in mente l’odore freddo della terra
Delle patate, lo scalpiccio sulla torba fradicia,
I colpi risoluti della vanga tra le radici vive.
Ma io non ho la vanga per seguire uomini così.
Tra l’indice e il pollice
Ho la penna.
Scaverò con quella.
Francesco Corbisiero
Mario de Laurentiis (Napoli 1969 – Segrate 2666).