Quattro poesie di Gianluca D’Andrea dall’ultima plaquette de’ “I Cervi Volanti”, a cura di Giorgiomaria Cornelio e Giuditta Chairaluce, che ha realizzato anche le partiture grafiche.
( Entrata )
Il mondo? Che grande attrattore,
che spazio! Un supertempo, un luogo
con pochi domini ma forti.
La nuova geografia è il fattore
pulsante, guizzante, l’affogo
che disconnette i nuovi porti.
Il mondo è un gran persecutore
di nuovi clienti, il bel lago
di account, le prosciugate coste.
( Fiori solitari )
Lo stile adattivo è squisito,
nel regno slipstream delle piante
cos’è veramente reale?
Vedo fiori soli e infiniti,
è un mindfuck film, un elefante,
una scena vibrazionale.
Sono ecosistemi squisiti
i ricettori delle piante,
veri cervelli artificiali.
( Luogo maledetto )
Un fiore rosso enorme beve
rosso su rosso come semi
dalle porzioni indicizzate.
Deep red and silk road and dark web,
il pirata tremendo temi,
le radiazioni smaliziate.
Rossa, rossa cade la neve
e scompare in un tasto, trema
la terra da dita svegliata.
( Uccello profeta )
Ho una rivolta tra le coste,
le propaggini rettiliane
sono molto, un ultimo addio.
Saremo senza remo o croste
e stanchi saremo, mattane
strappate al riflesso, l’avvio.
Le senti? Sono le risposte
del vento, battiti e campane,
onde e piume, lo sciaguattio.