Cinque poesie inedite di Vince Fasciani, tradotte da Mia Lecomte.
sono la copia di qualcun altro
la canicola mi impone di bere spesso
…….la vita adesso……una palude incolta
la gioia scaturisce più vivace
……….un’altra forma di magia
………….malgrado la fatica…….mi rimetto ogni istante in gioco
………………………….un taglio nel tempo
………………………….qualche punto di sutura
…………..quel giorno la luce ha illuminato i volti
la vita prende l’aspetto di un’evasione
anche in fuga……………ho il tempo di preparare manicaretti
………………….senza implicare me stesso
mentre il giorno declina
……………….mi accontento di prescrivere tenerezza
………………partecipo al chiaro-scuro generale
vivo tête-à-tête con la nudità del mondo
*
…………..lungo vagabondaggi a caso
………..sorgono nuovi villaggi immaginari
………………………nuovi gesti che portano in germe
……………………………….l’istante e ogni istante
……………………..nuove regole grammaticali di vita
il passato è un luogo dismesso
……………………..il futuro un’idea strampalata
…………………………………………………..abbozzo una danza
……………………………………..ogni genere di mimo
nel bel mezzo della cucina
osservo la carta da parati del mondo
una sfilza di luoghi senza frontiere
viaggio pigramente nella fantasia
……………….di una geografia percorsa
………………………………..da sogni voluttuosi
sazio di tante ore di sogno vigile
…………………….mi siedo alla terrazza di un caffè
…………………….sorseggio la mia acqua frizzante col ghiaccio
mi sono introdotto di soppiatto in questo pomeriggio estivo
……………………………..la vita ora è presente ovunque
ma che follia pensare di uscire
dalla mia originaria solitudine
*
uno straniero frettoloso ignora il mio spazio d’intimità
……………l’odore di una folla che avanza fianco a fianco
quando penso alla carovana che passa
…………………………..in fondo
non so che farmene delle mie dieci dita
………………………………………..vado sognando ai quattro angoli del mondo
…………………………………………………..la vita quotidiana
…………………………………………………….ha
……………………………………………………ai miei occhi
…………………………………………………l’andamento di un canto liturgico
cerco di ingoiare un’allegria
………..che non passa
………………………………………………il virtuosismo delle ombre
………………………………………………dà luogo a mille fantasie
*
sento il timbro del mio quartiere
……….le grida gioiose dei bambini
………………sono un fanciullone
……………………………………..alcune piante a profumare sul balcone
……………………………………..mi nascondo dietro un trompe-l’oeil
ho il diritto di prendere il largo
……………………………………..per parlarne ci vorrebbe un romanzo
………………………………………………..un’altra forma di magia
………………………………………………..ammirabile e dolorosa a un tempo
ogni istante della mia vita
evoca la clandestinità del timido
……………………………………ascolto la voce del popolo
……………………………………mi adeguo allora
……………………………………………traccio i percorsi
……………………………..a caso di una zuffa affettuosa
………………………………………..ancora una volta
*
………..già al suo levare caldissimo……il sole
la passeggiata mattutina si presenta come un’evasione
………..devo regolare il caos…..la parte oscura che mi abita
non riesco a passare il filo dei pensieri
per la cruna dell’ago del mio mondo
…………………….preparo la giornata come un paesaggista
…………………….getto una passerella tra la vita e la morte
………………………………l’innocenza del marciapiede di fronte
intermittente nella mia stessa vita sono
…………un fluido quasi musicale
…………cambio quartiere……..è più facile riposarmi in incognito
il mondo esiste………e ho il diritto di intenderci
al bar all’angolo per il mio caffè
il qui e adesso…….non è ancora arrivato
tutta questa passeggiata……..mi lascia fuori di me
………..malgrado le grida perdute………i momenti d’allegria
un pomeriggio dopo l’altro…..riempio la vita di leggende
giro come una trottola…….tutto il giorno affaccendato
ho voglia di rientrare a casa…….di coprirla di baci
davanti mi si apre il suo sorriso
posso tornare in cucina
…………………………….la mia debolezza di oggi…….non si ripeterà
…………………………………..voglio che lei sia felice
…………………………………..amo il taglio del suo vestito
mi tolgo gli occhiali e mi concentro a pulirli
………con il fazzolettino lavato di fresco
Vince Fasciani è nato nel 1950 a Brig/Glis, in Svizzera, da padre abruzzese e madre svizzera-tedesca. Autodidatta, ha iniziato nel 1977 la sua attività letteraria vera e propria, dedicandosi sopratutto alla poesia e intrecciando varie e importanti collaborazioni internazionali, in particolare a Parigi (poeti surrealisti e fonetici, fra cui soprattutto Ghérasim Luca) e a Praga (pittori e poeti surrealisti, tra i quali Jan Svankmajer, Vratislav Effenberger, Karol Baron, etc.). Autore in italiano e francese, nell’aprile 1983 pubblica a Ginevra il suo primo volume di poesie e varia dal titolo Saisons métisses (Olizane). A partire dal 1984 parteciperà a numerose letture pubbliche, in particolare in Svizzera, Italia, Francia, Colombia e Nicaragua. Ha fatto parte, dall’84 all’87, della cooperativa editrice Aelia Laelia e ha tradotto il Manuale di autodistruzione di Carlo Bordini (Manuel d’autodistruction, Metropolis,1995). Tra le ultime pubblicazioni poetiche si ricordano: in italiano Diario ordinario (Campanotto, 2007); in francese Trousse poétique de secours (l’Age d’Homme, 2013) e J’ai oublié mon âme au pressing (l’Age d’Homme, 2019). È incluso nell’antologia Cento anni di poesia nella svizzera italiana (a cura di P.V Mengaldo, R. Martinoni e G. Bonalumi, edizioni Armando Dadò, 1997) con una una nota critica di Pier Vincenzo Mengaldo. Nel 2014 Valerie Bierens de Haan gli ha dedicato Vince Fasciani: poète de sa vie, raccolta di interviste sul suo percorso biografico e letterario (l’Age d’Homme). Vive a Ginevra, dove lavora per l’associazione umanitaria Carrefour rue (https://www.carrefour-rue.ch/).