(da Pedro Salinas, “La voce a te dovuta”, a cura di E. Scoles, Einaudi, Torino 1979)
Tutto dice di sì.
Sì del cielo, l’azzurro,
e sì, l’azzurro del mare,
mari, cieli, azzurri
con spume e con brezze,
giubili monosillabi
senza sosta ripetono.
Un sì risponde sì
a un altro sì. Grandi dialoghi
ripetuti si odono
al di sopra del mare
da un mondo all’altro: sì.
Si leggono nell’aria
lunghi sì, lampi
di piume di cicogna,
tanto candidi che cadono,
fiocco a fiocco, coprendo
la terra di un enorme,
bianco sì. È il gran giorno.
Possiamo avvicinarci oggi
a tutto ciò che tace:
alla roccia, all’amore,
all’osso dietro la fronte:
sono schiavi del sì.
È la sola parola
che oggi il mondo loro concede.
Affrettati, anima, a richiedere,
a valerti della massima
follia momentanea,
a chiedere quelle cose
impossibili, richieste,
taciute, tante volte,
tanto tempo, e che oggi
chiederemo gridando.
Sicuri per un giorno
– oggi, oggi solamente –
che i «no» erano falsi,
apparenze, ritardi,
involucri innocenti.
E che là dietro c’era,
a maturarsi lento,
al ritmo di quest’ansia
che lo chiedeva invano,
la gran delizia: il sì.
Pedro Salinas (Madrid 1891 – Boston 1951) è uno dei più importanti poeti spagnoli del Novecento. Appartenente alla Generazione del '27 – insieme a poeti come F. García Lorca, R. Alberti, J. Guillén, ecc. – è universalmente noto soprattutto per la sua raccolta La voz a ti debida (1933), canzoniere d'amore dedicato all'ispanista statunitense Katherine Whitmore con cui il poeta ebbe una relazione segreta. Alla stessa relazione sono dedicati i libri successivi Razón de amor e Largo lamento, che compongono la sua cosiddetta «Trilogia», una delle vette della poesia amorosa europea. Fu lettore di spagnolo alla Sorbona e a Cambridge, poi professore di letteratura presso l'Università di Siviglia. Nel 1936, poco prima dello scoppio della guerra civile, partirà per gli Stati Uniti come visiting professor, ma non farà mai più ritorno in Spagna. È sepolto a San Juan de Puerto Rico, accanto al mare che cantò nel poema El Contemplado. La sua opera sia poetica sia in prosa è quasi integralmente tradotta in italiano.