Mi destai un giorno uomo matricolato. Sulla paglia il [vicino innaffiava la cara otite.
Quando mi inflissero un fucile, dentro mi raggrinzii, [vergine violentata dal mascalzone.
Pure non è questa vita meno logica dell’altra.
Bussa qualcuno alle porte d’Italia con un maglio [lampeggiante
ma il vivandiere-sanguisuga mesce un tristo vino dove si [scorda.
E ci conducono arcangeli stellati, soavi alcuni come [fanciulle.
Cinguettano sulle vie polverose le automobili del [Comando.
Margherite in un prato sbocciano nella notte improvvisi [fiori di luce.
Con occhi di condannati a morte guardiamo i tetri borghi [passare.
Si marcia.
Si fanno sulle soglie a ridere le donne sanguinarie.
Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).