Pubblichiamo in anteprima quattro poesie di Corrado Costa da Poesie edite e inedite (1947-1991). Opere poetiche II, Argolibri 2021, a cura di Chiara Portesine.
da Poesie (1958-1963)
Passione secondo S. Corrado
Ma il Signore non era nel
fuoco, dopo il fuoco era nel
soffio di un silenzio nell’aria
– RE III, 19, 12
Se avrai pietà
forse potremo vivere.
C’è una possibilità.
Non scrivere.
*
Cronaca
Segreti avvisi del languore: come
un diverso “clinamen” per i raggi
cosmici o nuova radioattività nell’aria:
i mezzi estremi di ricorso come
annunci dei tiepidi torpori:
farà notizia primavera quando
nell’altra stanza l’inquilino non ancora identificato
lega il cappio alla trave: la ragazza
consuma i suoi tranquilli gesti,
il ginger-soda e resta a scegliere il suo tram
con terrificante cura: allora i nostri amici avranno
le tempie lucide, fisseranno una cosa diversa
dagli oggetti di conversazione: per questi
motivi occasionali
ci accorgeremo della primavera
*
Teste d’accusa
La stanza era in ordine, l’armadio
chiuso come sta, a posto il servizio d’argento
il vaso con i fiori si accostava preciso all’incerata
stesa – dico, per non perdermi in particolari,
che tutti gli elementi dei luoghi erano intatti:
la materia era ferma, non c’era
richiamo o avvertimento o segnale
di qualche novità un simbolo per me che
non m’intendo di Dio.
Loro, scuola d’astuzia e di malizia, pronti
allo scatto come topi nelle crepe dei dogmi
i leaders religiosi che rapportano lo slancio mistico
alle minacce per la sicurezza interna, i giudici
che sanno l’altro aspetto delle cose, l’altro
verso della questione, l’altra traccia della bestia
ferita, loro che hanno l’occhio torto come
cani da ferma, attenti
al minimo fruscio di un’intenzione, questa preda
fresca per loro era pastura e caccia.
Cosa sapevo io se dentro ai fiori
uno solo nasconde la sostanza primaverile, se c’è
una foglia sola che determina la direzione
del vento, se c’è uno fra tutti i condannati
a morte che garantisce la mia nascita.
E ora, io che sto dall’altro capo della sua condanna
con la sentenza, con i giudici, con l’intellettuale
romano, che giustamente ha denunciato i limiti
della sua competenza e ha detto “Io
che non sono responsabile accetto le vostre decisioni”
io che sto con chi ha difeso il sistema
sono più sicura: ora che quel giovane seduttore di popolo,
frequentatore di donne che preferisco non nominare, ora che Dio
è stato dichiarato colpevole
ogni giorno che chiamano in giudizio il ladro
l’assassino, i gangsters,
ogni giorno di vigorosa accusa, di richiesta
di pena, d’esercizio della pretesa pubblica
ogni giorno che aprono l’udienza
o che torturano in segreto gli indiziati di
attività sovversiva
ogni pubblicazione di condanna, ogni giustizia
fatta, so che muore Gesù in nome dei
mercanti,
in nome dei romani
per la colpa di un uomo si distrugge
la sostanza divina degli uomini.
*
Cronaca nera
C’è il suo corpo sottile e coricato
c’è il suo seno la mano appena acerba
c’è un piccolo foro d’uscita
sotto appena due dita.
Fra un grido un pianto un urlo una risata
fra i baci fra la lotta forsennata
dov’è finita la rivoltellata
C’è qui il suo corpo bello e coricato.