Shepherdson, poeta originario del Queensland (stato nord-orientale del continente australiano), è considerato tra i nomi più originali e validi della giovane poesia australiana. A detta di Thomas Shapcott, autore di riferimento per molte generazioni australiane, le sue abilità poetiche consistono nel possedere «a powerful talent and a masterful command of the large-scale architecture of a long sequence». A partire dal suo esordio poetico, con Sweeping the light back into the mirror, Sheperdson dimostra infatti la capacità di organizzare il materiale a disposizione in un’ampia architettura poematica in cui i frammenti dell’esistenza tornano a pulsare in una luce capace quasi di impressionare, come una pellicola fotografica, gli eventi e la trama dei giorni. Nelle 72 liriche di Sweeping the light back into the mirror, ognuna con una numerazione progressiva come titolo, ricordi e sensazioni legate all’universo materno riaffiorano con la forza lirica di una poesia capace di ‘cantare’ la morte della madre in 72 movimenti (ognuno corrispondente ad un anno materno) in cui la poesia si offre come strumento ‘visivo’ in grado di condurre il lettore ad un’esplorazione silenziosa e commossa di una vita, ‘catturata’ attraverso la scrittura e le sue facoltà di visione e memoria. È un poeta, Shepherdson, molto legato all’immagine (tra le altre cose il padre, Gordon Shepherdson, è un importante pittore australiano), capace di unire con naturalezza visioni domestiche e familiari a raffigurazioni vertiginose, dai tratti surreali ed onirici. Così, in Apples with human skin, strutturato con precisione quasi geometrica, Shepherdson si confronta con pittura, arte e musica (Gyorgy Kurtàg, Trakl, Kokoschka, Giacometti, l’artista australiano Lawrie Daws, il pittore rinascimentale Lucas Cranach il Vecchio) tentando di oltrepassare i confini della poesia per approdare ad una scrittura capace di re-immaginare e re-immaginarsi, attraverso inserzione di segni grafici, spazi, frecce, concentrando nella forza di visione della poesia il suo fuoco ardente, la sua scommessa. Convinto che la poesia, in quanto arte, sia in primis uno strumento ‘conoscitivo’, come affermato in alcuni suoi versi: «the art is to destroy clarity with more clarity». (a cura di Massimiliano Mandorlo)
da “Sweeping the light back into the mirror” (University of Queensland Press, 2006)
No. 03
mi hai insegnato i nomi delle piante
mi hai insegnato il mio nome
mi hai insegnato i nomi delle piante
in un giardino dobbiamo obbedire ai disegni
trascrivere il sole sul dorso delle nostre mani
la luce possiede la luce
insegna a bere alla clorofilla
mi hai insegnato i nomi delle piante
mi hai insegnato il mio nome
hai gettato le prime ombre sui miei occhi
*
No. 03
you taught me the names of plants
you taught me my name
you taught me the names of plants
in a garden we must obey the patterns
transcribe the sun onto the backs of our hands
light possesses light
it teaches chlorophyll to drink
you taught me the names of plants
you taught me my name
threw the first shadows across across my eyes
***
No. 25
nelle quattro camere del cuore
c’è spazio per i quattro elementi
per le quattro stagioni
i quattro angoli del mondo
in un paio di occhi
che non ti potranno mai più rivedere
*
No. 25
in the four chambers of the heart
there is room for the four elements
for the four seasons
the four corners of the world
in one pair of eyes
that will never see you again
***
No. 51
la pioggia non raggiungerà le sue mani
le sue dita che si asciugano rivelando virgole spinali
il contatto è stato evacuato fino a un più sicuro ritorno
questa è assenza contratta in uno spazio definibile
questo è il più vuoto degli spazi
svuotato in ciò che è stato perennemente svuotato
vuoto come l’aria
in conversazione con quest’ assenza senza respiro
la pioggia non raggiungerà le sue mani
*
No. 51
the rain will not reach her hands
her fingers drying to reveal spinal commas
touch has been evacuated until is safe to return
this is absence contracted into a definable space
this is the emptiest of spaces
emptied into what has been perpetually emptied
as empty as air
in conversation with this unbreathing absence
***
No. 44
mi seppellisco per terra accanto a te
aspetto che il tuo sorriso
mi copra
per ricordare il mio sangue nelle canzoni delle tue labbra
*
No. 44
i dig myself into the ground next to you
wait for your smile
to cover me
to remember my blood into your singing lips
***
da “Apples with human skin” (University of Queensland Press, 2009)
dodici
cadevi addormentato con un tizzone in bocca
sognavi di suonare una trombetta di pietra
un doloroso accompagnamento per un gelido rituale
anime disintegrate con fori di proiettile appesi a un filo
impiccate tra questo giorno e quello venturo
*
zwölf
you fell asleep with an ember in your mouth
dreamt you were playing a stone trumpet
a strange lament to accompany a cold ritual
smashed souls with bullet holes with wire
strung up between this day and the next
***
5ᵃ risposta
un uomo attraversa la porta
subito scopre di essere stato parzialmente sommerso
da un liquido ultravioletto, la consistenza della polpa della [frutta
così è il silenzio imbalsamato
spazio esausto spalmato dentro le guance come impasto [geometrico
la sua struttura incolore ardente in un bagno di calda [elettricità statica
sarebbe potuto andarsene a dormire
se gli avessero mostrato come chiudere i suoi occhi
*
5th answer
a man walks through the door
quickly finds that he has been partially submerged
in an ultraviolet liquid the texture of fruit pulp
this is how silence is embalmed
tired space rubbed inside the cheeks as geometric paste
his neutral erection aglow in its bath of warm static
he could’ve gone to sleep
if someone had shown him to close his eyes
Immagine: Alberto Giacometti, Portrait of a Woman, 1965.
Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).