Storia come poesia – Poeti inglesi contemporanei /10

da | Lug 12, 2016

Cinque poesie nella traduzione di Marco Fazzini.

***

Storia come poesia (King Log, 1968)

Poesia come salutazione; gusto
Di cinerea festa pentecostale. Ferite azzurre.
Le atrocità della lingua. La poesia
Dissotterra tra i morti ammutoliti

Lazzaro mistificato, l’uomo generico
Della morte. Il giglio drizza il volto cesellato
Dalla disposta argilla. Propizi
Auspici; brusii; aureo sterco incatramato:

“Una rinascita”, come dicono. I vecchi
Allori s’agitano con i nuovi: Selah!
Così lodabile l’osso calpestato, così
Irrefutabile la destrezza delle lingue.

*

Ovidio nel Terzo Reich (King Log, 1968)

non peccat, quaecumque potest peccasse negare,
solaque famosam culpa professa facit.
(AMORES, III, XIV)

Amo il mio lavoro e i miei bambini. Dio
È distante, difficile. Le cose accadono.
Troppo vicino agli antichi trogoli del sangue
L’innocenza non è arma terrena.
Ma una cosa ho imparato: a non disdegnare
Troppo i dannati. Nella propria sfera,
Loro armonizzano stranamente con il divino
Amore. Io, nella mia, celebro il coro d’amore.

*

XXXV (The Triumph of Love, 1998)

Persino ora, mi dico, esiste una lingua
alla quale potrei parlare e che
giustamente mi ascolterebbe;
rispondendo con eloquenza; a sua volta,
negoziando il senso senza insulto
dato o danno ricevuto.
Familiare a coloro che già altrove
la conoscono come giustizia,
la si incontra anche sotto forma di silenzio.

*

XLIV (The Triumph of Love, 1998)

Urla pax. Non che qualcosa venga perdonato;
non che sembra esserci qualcosa di nuovo da perdonare
in questo assembramento. Non che l’assembramento
possa essere tentato alla fertile
landa della mondanità. Non che io
conosca la via d’uscita, o quella d’entrata. Così sia;
continuiamo pure ad abusarci l’un l’altro
con il bacio della pace.

*

38 (Speech! Speech!, 2000)

Non fare altro fuorché assumere la voce del Popolo,
quegli sguardi parlanti di muta insolenza.
Ancora xenofobici i Britannici sono eroi
che vivono come debbono fare – mezzi spicci, frustrazioni,
un atto da circo dopo l’altro, i Poteri
illuminati, vendicativi: raro incontrare
un’oscurità più difficile. Mostrate alla gente
la FLAGELLAZIONE di Caravaggio –vale forse a qualcosa?–
sensazionale, insensibile. Decretate il risarcimento
dei danni per e contro la stampa.
Perché quel relitto sta ancora cantando? D’improvviso
parlar bene di questo –UNA BELLA STORIA!

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Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).