Alcune poesie da “Sogni e risvegli” di Fabrizio Bajec, appena uscito per Amos Edizioni.
Prima dell’alba
cocci di conchiglia sotto il gomito e la mano
che recupero nel letto e proteggo
riponendoli sul bordo del lavabo
come fossero i miei denti
è buio pesto e ora come ora
difficile sapere cosa stringo
tra il pollice e l’indice
una reliquia
occhi di mosca
simulacro di moneta
scambiabile a volontà
o semplici conchiglie rotte
un tempo raccolte
su una spiaggia a Dieppe
umile tesoro promesso a mia figlia
poi perduto fra le lenzuola
il che le fa dire questo è il mare
eravamo così felici
il primo anno
La montagna delle farfalle
1.
mi ero allontanato dal Tempio
per un sentiero bianco che risaliva
in mezzo ai rovi e tra i pini
avevo camminato nella macchia
per ascoltare gli insetti ricchi
e la dottrina di invisibili uccelli
inseguivo in linea retta un’ombra
sempre in anticipo sul mio cammino
ora più ripido e scivoloso
che si apriva infine su una pianura
con tre enormi massi da un lato
dove sedermi e cantare alle capre
ma ancora in piedi girai la testa
il cammino era sparito
chi verrà e cercarmi quassù?
2.
ovunque alberi sdraiati
poi qualcuno arriva e taglia
risale il sentiero effimero
con la motosega si afferma
3.
al ritorno tre farfalle incollate
al terreno l’una accanto all’altra
sbattendo le ali di concerto
si nutrono dello stesso letame
*
alla figlia spetta in modo
predefinito la prima persona
al padre la seconda
se non la terza
falsamente oggettiva
a lei il privilegio del punto di vista
e lui facile vittima
gelosa per riflesso
dinanzi allo spettacolo della volontà maestra
la freschezza dell’apprendimento
e il ritorno a zero sul contatore
supremo grado della parola
il bambino è poeta a due anni
e il padre trascrive un’opera orale
riscoprendo l’infimo segno di vita
i gesti che occorrono per abitare un luogo
dove la figlia avrà ben altro da gestire
*
quando ho saputo che non ero niente
la poesia mi ha lasciato
in altre parole ha smesso di aggirarsi
da queste parti si è spostata
per non dover più eseguire una funzione
oggi se scrivo dico scrittura
la cui natura è involontariamente poetica
e spero politica se è vero che io
è sempre un altro che non esiste