Sir Thomas Moore

da | Dic 18, 2017

The Booke of Sir Thomas Moore è un’opera a più mani pervenutaci in manoscritto in una stesura non definitiva che racconta l’ascesa, il trionfo e la caduta del grande statista e umanista inglese attraverso una serie di episodi secondari o immaginari della sua carriera. Con le sue correzioni e revisioni, il testo ci permette di osservare come lavoravano i drammaturghi del Rinascimento inglese. Il manoscritto contiene le uniche pagine vergate di suo pugno da Shakespeare, il cui contributo è limitato a poche scene del dramma. Una di esse (una parte della Scena 6) è quella qui riprodotta. Il contesto della vicenda è il cosiddetto Ill May Day (1517), una rivolta del popolino contro i Lombardi, i potenti mercanti e banchieri stranieri attivi a Londra in quell’epoca. Per placare il delirio xenofobo irrompono alcuni nobili e poi Moro, il quale persuade i ribelli ad arrendersi (il fatto è un’invenzione dei drammaturghi). Come ricompensa, viene nominato cavaliere e membro del Privy Council, mentre i rivoltosi vengono imprigionati.

Le parti del testo sottolineate sono quelle cancellate dal censore di stato, Edmund Tilney. In carattere speciale (tipo grassetto) sono invece indicate le annotazioni di una mano diversa da quella dell’autore.

Il testo è tratto da William Shakespeare, Tutte le opere, coordinamento generale di Franco Marenco, Volume terzo, I drammi storici, Bompiani, Milano, 2017.

Edoardo Zuccato

Il libro di Sir Tommaso Moro

 

di Anthony Munday e Henry Chettle,

con revisioni e aggiunte di Thomas Dekker, William Shakespeare e Thomas Heywood

Scena 6  Entrano Lincoln, Doll, Clown [Betts], George Betts, Williamson, [Sherwin] e altri: [Cittadini, armati][i]

 [Aggiunta II (Shakespeare)]

LINCOLN
Silenzio, ascoltatemi! Chi non vuol vedere un’aringa affumicata a quattro centesimi[ii], il burro a undici centesimi alla libbra, la farina a nove scellini allo staio[iii] e il manzo a quattro nobili[iv] per sei chili, mi ascolti[v].

UN ALTRO GEORGE BETTS
Arriveremo a tanto se continuiamo a tollerare gli stranieri. Dategli retta.

LINCOLN
Per il cibo il nostro è un grande paese; argo[vi], questi mangiano più da noi che in patria.

UN ALTRO CLOWN BETTS
Almeno una pagnotta da mezzo centesimo al giorno, pesata alla francese[vii].

LINCOLN
Loro importano qui verdure straniere giusto per rovinare i poveri apprendisti: cos’è mai una misera pastinaca rispetto al nostro buon cuore?

UN ALTRO WILLIAMSON Schifezze, schifezze! Infiammano gli occhi, e questo basta per impestare la città con un’ondata di paralisi cerebrale[viii].

LINCOLN
Con quella l’hanno già impestata: queste bastarde piante del letame (lo sapete, no? che crescono nel letame!) ci hanno impestato, e la nostra infezione farà tremare tutta la città, cosa che in parte succede a mangiar pastinache.

UN ALTRO CLOWN BETTS
È vero, e anche le zucche.

Entra [una guardia del corpo del re]

GUARDIA
Che cosa rispondete alla clemenza del re? La rifiutate?

LINCOLN
Vorreste prenderci in contropiede, non è vero? Niente affatto, non la rifiutiamo. Accettiamo la clemenza del re, ma non avremo compassione degli stranieri.

GUARDIA
Siete gli esseri più ingenui che si siano mai infilati in un pasticcio del genere.

LINCOLN
Che ne dite adesso, apprendisti? Apprendisti ingenui? Diamogli una lezione.

TUTTI
Apprendisti ingenui? Ingenui noi?

Entrano il sindaco, Surrey, Shrewsbury, [Moro, Palmer]

SHREWSBURY SINDACO
Fermi, in nome del re, fermi!

SURREY
Amici, maestri, compatrioti…

SINDACO
Silenzio, oh, silenzio! Vi ordino di stare calmi!

SHREWSBURY
Maestri miei, compatrioti…

SHERWIN WILLIAMSON
Il nobile conte di Shrewsbury! Ascoltiamolo!

GEORGE BETTS
Vogliamo sentire il conte di Surrey!

LINCOLN
Il conte di Shrewsbury!

GEORGE BETTS
Vogliamo sentirli tutti e due!

TUTTI I CITTADINI
Tutti e due, tutti e due, tutti e due, tutti e due!

LINCOLN
Silenzio, vi dico, silenzio! Siete persone assennate o che cosa?

SURREY
Tutto quel che volete, tranne che persone di buon senso.

ALCUNI CITTADINI
Non vogliamo sentire lord Surrey!

ALTRI CITTADINI
No, no, no, no, no! Shrewsbury, Shrewsbury!

MORO
Hanno oltrepassato l’argine dell’obbedienza, e così travolgeranno ogni cosa.

LINCOLN
Parla lo sceriffo[ix] Moro! Vogliamo sentirlo, lo sceriffo Moro?

DOLL
Sentiamolo! Il suo è uno sceriffato[x] generoso, e ha fatto diventare mio fratello, Arthur Watchins, attendente del sergente Safe. Sentiamo lo sceriffo Moro!

TUTTI I CITTADINI
Sceriffo Moro, Moro, Moro, sceriffo Moro!

MORO
Secondo l’autorità in vigore fra di voi, ordinategli di ascoltare in silenzio.

ALCUNI CITTADINI
Surrey, Surrey!

ALTRI CITTADINI
Moro, Moro!

LINCOLN e GEORGE BETTS
Zitti, zitti, silenzio, zitti!

MORO
Voi che avete autorità e credito presso la folla, ordinategli di fare silenzio.

LINCOLN
Gli venga un accidente, non vogliono star zitti. Neanche il diavolo può governarli.

MORO
Che incarico spinoso e difficile avete, guidare gente che neanche il diavolo è in grado di governare. Cari maestri, ascoltate le mie parole.

DOLL
Sì, corpo di Cristo, vi ascolteremo, Moro. Siete un buon padrone di casa, e ringrazio vostra altezza per mio fratello Arthur Watchins.

TUTTI GLI ALTRI CITTADINI
Zitti, pace!

MORO
Attenti, voi offendete proprio quello che invocate, cioè la pace. Nessuno di voi sarebbe qui presente, se quando eravate bambini fossero vissuti dei vostri simili che avessero travolto[xi] la pace come voi volete fare adesso; quella pace in cui finora siete cresciuti vi sarebbe stata tolta, e i tempi sanguinari non vi avrebbero permesso di diventare adulti. Poveri voi! Che cosa otterrete se anche vi concediamo quello che cercate?

GEORGE BETTS
Per la Madonna, mandar via gli stranieri, cosa che senz’altro porterà grandissimo vantaggio ai poveri artigiani della città.

MORO
Mettiamo che vengano allontanati, e mettiamo che la vostra baraonda abbia soffocato[xii] tutta l’autorità reale dell’Inghilterra. Immaginate di vedere i disgraziati stranieri trascinarsi verso la costa e i porti per imbarcarsi, con i loro miseri bagagli e i bambini dietro[xiii], mentre voi ve ne state a soddisfare i vostri desideri come sovrani, con le autorità ammutolite dal vostro berciare e voi tronfi nella gorgiera della vostra arroganza: che cosa avrete ottenuto? Ve lo dico io: avrete mostrato come la superbia e la forza possono prevalere e come l’ordine può essere distrutto. Ma in questo schema di cose non uno di voi giungerebbe alla vecchiaia, poiché altri furfanti, seguendo le loro ubbie, con identiche mani, identiche ragioni e identico diritto, vi spolperebbero, e gli uomini si divorerebbero fra loro come pesci voraci.

DOLL
Dio mi sia testimone, questo è vero come il vangelo.

GEORGE BETTS LINCOLN
Sì, questo è uno pieno di buon senso, parola mia. Stiamo attenti a quello che dice.

MORO
Miei cari amici, lasciate che sottoponga un’ipotesi alla vostra riflessione. Se ci pensate bene, vi accorgerete quale forma orribile hanno in sé le vostre novità rivoluzionarie. Anzitutto, è un peccato verso il quale l’Apostolo ci ha ammonito spesso di stare in guardia, raccomandandoci di obbedire alle autorità[xiv]; e non sbaglierei se vi dicessi che voi siete insorti contro Dio.

TUTTI I CITTADINI
Santa Vergine, che Dio non voglia!

MORO
Eppure è così, perché al re Dio prestò il proprio ufficio di terrore, giustizia, potere e comando. A lui ingiunse di governare e volle che voi obbediste. E per aggiungere a questo una più ampia maestà, prestò al re non soltanto la sua figura, il trono e la spada, ma gli diede il suo stesso nome, chiamandolo dio in terra. Che cosa fate dunque voi, ribellandovi contro un uomo insediato da Dio in persona, se non ribellarvi contro Dio? Facendo così, che cosa fate alle vostre anime? Oh sconsiderati,  lavate di lacrime le vostre menti corrotte; e le stesse mani che da ribelli levate contro la pace, a favore della pace alzatele, e le vostre ginocchia sacrileghe trasformatele in piedi. Inginocchiarsi per il perdono è la guerra[xv] più sicura che potete fare voi, la cui tattica[xvi] è la ribellione. Su, su, tornate a obbedire! Perfino questa sommossa può proseguire solo con l’obbedienza. Ditemi soltanto: quando una rivolta sta per scoppiare, quale capopopolo è in grado di sedare la turba nel proprio nome? Chi vuole obbedire a un traditore? O quanto bene suonerà l’elezione di qualcuno che come titolo abbia solo quello di ‘ribelle’ per definire un ribelle? Voi volete schiacciare gli stranieri, ucciderli, tagliargli la gola, impadronirvi delle loro case e condurre al guinzaglio[xvii] la maestà della legge, per aizzarla come un segugio. Ahimè, ahimè! Supponiamo adesso che il re, nella sua clemenza verso i trasgressori pentiti, giudicasse il vostro grave reato limitandosi a punirvi con l’esilio: dove andreste, allora? Quale paese vi accoglierebbe vedendo la natura del vostro errore? Che andiate in Francia o nelle Fiandre, in qualsiasi provincia della Germania, in Spagna o in Portogallo, anzi no, un luogo qualunque diverso dall’Inghilterra, vi ritroverete inevitabilmente stranieri. Vi farebbe piacere trovare una nazione dal carattere così barbaro che, in un’esplosione di odiosa violenza, non vi offrisse dimora sulla terra, affilasse i suoi detestabili coltelli sulle vostre gole, vi cacciasse via come cani, quasi che Dio non vi avesse creati né vi riconoscesse come suoi figli, o che gli elementi naturali non fossero stati fatti per il vostro benessere ma riservati per legge esclusivamente a loro? Che cosa pensereste se vi trattassero così? Questa è la condizione degli stranieri, e questa la vostra barbara disumanità.

TUTTI I CITTADINI
In fede, dice la verità. Facciamo agli altri ciò che vorremmo fosse fatto a noi stessi.

TUTTI I CITTADINI LlNCOLN
Ci faremo governare da voi, mastro Moro, se ci sarete amico e ci procurerete il perdono.

MORO
Sottomettetevi a questi nobili signori[xviii], implorate la loro mediazione presso il Re, assumete un comportamento ortodosso, obbedite al magistrato, e senza dubbio troverete misericordia, se la cercate in questo modo.

 


[i] La scena: St Martin’s-le-Grand.

[ii] Harry groat: moneta del valore di 4 pence, coniata nel regno di Enrico VIII, con la sua effigie. Nel periodo elisabettiano il suo valore aumentò a causa del buon contenuto di argento.

[iii] Bushel: unità di misura pari a circa 36 litri.

[iv] Nobles: monete d’oro che valevano circa un terzo di sterlina.

[v] Le lamentele per il prezzo del cibo furono un tema un argomento scottante nel tardo Cinquecento, qui introdotto da Shakespeare.

[vi] Argo: al posto di ergo. Lincoln cerca di darsi un tono parlando in latino.

[vii] Troy weight: si riferisce alle unità di misura di Troyes, in Francia.

[viii] Era credenza diffusa che frutta e verdura nuocessero alla salute.

[ix] Sheriff: il MS ha Shreiff monosillabo, ovvero Shrive. L’edizione Oxford ha però optato per Sheriff.

[x] Shrievaltry: Doll sbaglia la pronuncia di shrievalty.

[xi] Topped: può significare anche “avessero tagliato, rasato (i capelli)”, oppure “mozzato (la testa)”. La prima lettera, nel MS, sembra una k, per cui alcune edizioni hanno optato per kept al posto di topped.

[xii] Hath chid down: idioma insolito, con il senso di “spegnere a causa di liti rabbiose”, che combina i verbi to chide = “rimproverare” e to bring down = “abbattere”, “rovesciare”.

[xiii] I vv. 84-86 sono basati su un passo di Utopia di Moro.

[xiv] Si riferisce al noto passo di S. Paolo, Romani 13.1-2.

[xv] Wars: all’epoca, indifferentemente con verbo singolare o plurale.

[xvi] Discipline: “tattica militare” e “educazione spirituale”.  Riot vale anche per “disordine spirituale”.

[xvii] In lyam: lo spelling è insolito. Era una specie di segugio, dal nome derivato dal guinzaglio a cui veniva tenuto.

[xviii] Noble gentlemen: Surrey e Shrewsbury.

Immagine: Hans Holbein the Younger, Sir Thomas More.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).