da Yves Bonnefoy, “Lo sparso, l’indivisibile”, in “Nell’insidia della soglia”, trad. D. Grange Fiori, Einaudi, Torino 1990
Sì, per il corpo
Nella dolcezza che è cieca
E niente chiede ma reca a termine.
E ai suo vetri il fogliame è più vicino
In più chiari alberi. E riposano i frutti
Sotto l’arco dello specchio. E il sole
È ancor alto dietro il canestro
Dell’estate sul desco, e alcuni fiori.
Yves Bonnefoy (1923-2016) è stato professore emerito al Collège de France di Parigi, poeta, prosatore e saggista. Ha tradotto Shakespeare, Donne, Keats, Yeats, Petrarca, Leopardi, Pascoli ed è autore di studi fondamentali sulla poetica e sull'arte. Ritenuto oggi il massimo poeta francese vivente, più volte candidato al Nobel per la letteratura, ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti internazionali. In Italia ha pubblicato diverse raccolte: Movimento e immobilità di Douve (1969), Ieri deserto regnante (1978), Pietra scritta (1985), Nell'insidia della soglia (1990), Quel che fu senza luce. Inizio e fine della neve (2001), Le assi curve (2007), L'ora presente (2013). Il volume L'opera poetica, a cura di Fabio Scotto, è apparso nei Meridiani Mondadori nel 2010.