ritornano e di nuovo
sono perduti
i corpi, cose, cosa fare
con quello che resta di bellezza
che s’incrina –
la roccia è porosa,
il colore pardo
ha preso il mondo –
ogni cosa mantiene la bellezza
ferma
nel vento che la sferza,
occhi neri, che guarderai,
tutto consuma
*
come sono i legni, lo stesso
il corpo disprende il calore
il vivo sotto le dita
che ti contiene
ogni giorno imperfetto, e non è
confine ultimo, la venatura
percorre la pupilla, il nero,
il bianco azzurrato, segna
l’incrinata tra vedere e non vedere,
esserci ancora, nel diminuire
delle forze, giorno che si chiude
*
parte del tutto,
del corpo nel calore del corpo
e dell’estate e più forte, saremo legno,
più consumato,
tu nel tempo dell’inizio,
noi nel nostro, vieni
a prenderci
a bere la resina che stilla
dai seni,
o dall’occhio come lacrime
*
non puoi muoverti,
oppure sei portato, usato
fino in fondo, fino
alla deriva
gettato su una spiaggia
bianchissima e bordeggia la pineta
vieni e sei venuto dal mare
una volta e ancora una l’ultima
strumento siamo, sei
stato, nella
dolcezza e forza,
vivo dopo il taglio, ancora vivo?
*
questo brucia
con i legni, la ceramica
nera antichissima,
il vaso etrusco,
minuscolo – avvolto
in fogli di giornale,
nascosto
coi vestiti dei morti –
le formiche, la loro
vita piccola,
diffusa
come una riga
sulla tua gamba o dove il corpo
s’interrompe
statua ritrovata
mozza, bellissima, bianca
perché il colore è svanito
*
tutto si ferma, poi di nuovo
a strappi del mondo
è inizio,
tu in questa intermittenza,
ogni volta
ferita, corteccia
dicono che ne uscirebbe un latte bianco
e dolce, dolcissimo
tu ogni volta che appari,
in una forma
più consumata, meno mobile, perfetta
*
la pianta secca, morta
dentro, albero
hanno detto
o le piante grasse nei tuoi vasi,
sul balcone
curate con le dita, col calore
del fiato
le parole che dici sortilegio,
lo scendere della notte
lo sai che viene
Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).