Per Seamus Heaney – da “North” (1975)

da | Set 13, 2013

BELDBERG

“Venivano alla luce in continuazione
E le si credeva straniere…”
Con un occhio solo e miti
Macine di mulino tratte dalla palude
Giacevano per tutta la sua casa.

Sollevare il coperchio di torba
Per trovare questa pupilla
Che ancora sogna messi neolitiche!
Quando egli tolse lo strato di torba
I secoli mollemente accatastati

Si spartiscono come un ciuffo di capelli:
C’erano i primi segni dell’aratro,
I campi dell’età della pietra, la tomba a camera
Decorata con mensoloni e coperta di terra
Pavimentata con polvere di torba.

Un paesaggio fossilizzato,
Le cui linee di muretti a secco
Si ripeterono davanti ai nostri occhi
Nella contea di Mayo.
Prima che mi volgessi per andarmene

Lui parlò di persistenza,
Di una congruenza di esistenze,
Di come, sgomberata dalle pietre, liberata,
La sua casa accumulò cerchi di crescita
In ferro, selce e bronzo.

Così parlai di Mossbawn,
Un nome da torbiera. “Ma moss?”
Disse incrociando la musica della mia vecchia casa
Con più antiche melodie norrene.
Avevo raccontato come le fondamenta

Fossero instabili, proprio come suoni,
E come potessi ricavare
Una doppia radice da quel terreno,
Facendo di bawn un forte inglese,
Una collinetta recintata da coloni,

Oppure trovare rifugio
Pensandolo irlandese,
Resistente pur se in rovina.
“Ma l’anello norreno sul tuo albero?”
Passai per la cruna della macina,

Portai acqua a un vecchio mulino,
E con l’occhio della mente vidi
Un albero del mondo di pietre in equilibrio,
Macine accatastate come vertebre,
Il midollo frantumato, ridotto a sedimento.

*

BELDBERG

‘They just kept turning up
And were thought of as foreign’ –
One-eyed and benign
They lie about his house,
Quernstones out of a bog.

To lift the lid of the peat
And find this pupil dreaming
Of neolithic wheat!
When he stripped off blanket bog
The soft-piled centuries

Fell open like a glib:
There were the first plough-marks,
The stone-age fields, the tomb
Corbelled, turfed and chambered,
Floored with dry turf-coomb.

A landscape fossilized,
Its stone-wall patternings
Repeated before our eyes
In the stone walls of Mayo.
Before I turned to go

He talked about persistence,
A congruence of lives,
How, stubbed and cleared of stones,
His home accrued growth rings
Of iron, flint and bronze.

So I talked of Mossbawn,
A bogland name, ‘But moss?’
He crossed my old home’s music
With older strains of Norse.
I’d told how its foundation

Was mutable as sound
And how I could derive
A forked root from that ground
And make bawn an English fort,
A planter’s walled-in mound,

Or else find sanctuary
And think of it as Irish,
Persistent if outworn.
‘But the Norse ring on your tree?’
I passed through the eye of the quern,

Grist to an ancient mill,
And in my mind’s eye saw
A world-tree of balanced stones,
Querns piled like vertebrae,
The marrow crushed to grounds.

NOTA: “Belderg” è un toponimo dell’Ulster che letteralmente significa “bocca rossa”. Nel corpo della poesia “glib” – che come aggettivo significa “loquace” – è da intendersi come sostantivo indicante il ciuffo ribelle ricadente sul viso ai guerrieri irlandesi, a somiglianza della descrizione manzoniana dei bravi. Mentre gli stone-wall patternings, i muretti a secco che delimitano gli appezzamenti, caratteristici del paesaggio irlandese, formano un disegno geometrico, un ornamento. Mayo è una contea dell’Irlanda occidentale, world-tree richiama l’Yggdrasil (l’albero che sosteneva il mondo) della mitologia vichinga. E nell’ultimo verso dell’ultima strofa, “grist” significa “il macinato”. Infine, “Mossbawn” è un termine composto da “moss” (muschio) e “bawn” (fattoria fortificata): è il nome proprio della fattoria nell’Ulster dove Heaney crebbe. (F.B.)

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).