La collaborazione tra “Nuovi Argomenti” e Residenze Poetiche nasce dall’esigenza di proporre una forma di attraversamento, tramite video, della poesia contemporanea. Si parte sempre dai luoghi, dove sono realizzati dei docufilm, a cura di Fabio Prestifilippo e Matteo Galluzzo. Ingeborg Bachman in una delle sue lezioni francofortesi diceva che i progetti di un poeta “non nascono nel vuoto” e che non può esistere neanche un solo poeta “le cui posizioni di partenza non siano state determinate dagli avvenimenti dell’epoca in cui è vissuto”. Il primo docufilm è dedicato a Mario Santagostini e deriva da un preciso posizionamento, un punto di vista determinato: indagare la periferia, la periferia milanese. Nel suo esordio, “Uscire di città” (pubblicato negli anni ’60 e poi ripreso più recentemente dall’editore Stampa2000), Santagostini espone temi che rappresenteranno tutta la sua produzione, validi punti di partenza del nostro racconto: la politica, la storia più recente con i suoi conflitti e, in rapporto ad essi, il ruolo della letteratura.
da “Uscire di città”
(Per B.S)
Poi, verranno a dirtelo
come è stato facile uscire da questo terreno
e dai tuoi suoni e queste ore distese
quando girano le rane al calore
e nuotano i campi e le alture
(case come massi bruciati,
case come indizi d’amore)
e ancora verranno a dirtelo,
che ne è stato dei tonfi d’aria
e perché ti esplodevano i denti di gioia…
Ma è tempo d’altro
(caduta azione)
A partire dai movimenti della scrittura di Santagostini, il lavoro sul montaggio propone la prospettiva dei margini, non solo territoriali ma anche culturali. Da lì appare la complessa e diversificata strutturazione della realtà milanese; complessità e diversificazione forse a Milano appaiono più evidenti che altrove.
Non si aveva in mente un volto o un modello predefinito di città, l’intento era di lasciare che fosse l’interrogazione della parola di Santagostini a far emergere i volti e i diversi particolari poi organizzati in una narrazione: è la parola dell’autore che definisce e non è rivolta alla propria storia come luogo nel quale far vorticare le necessità personali, ma come punto di partenza per essere testimone di un particolare momento della storia d’Italia e della sua letteratura.
«Scrivere di politica: portare o costringere gli scrittori a occuparsi di quei fatti che assediano da vicino l’esistenza quotidiana, e che ci appaiono indecifrabili, lugubremente enigmatici. Con questa ambizione si apre la terza serie di “Nuovi Argomenti”, scrive Enzo Siciliano nell’editoriale del numero di gennaio-marzo 1982 intitolato “La letteratura delle cose”, inaugurando i cinquanta numeri della terza serie pubblicati da Mondadori. Con le stesse premesse si snoda il racconto di una città che potrebbe essere “tutte le città”…
Al link sottostante tutto il docufilm: