“Lingua sommersa” è una plaquette di Prisca Agustoni, uscita per la collana ‘Isola’ a cura di Mariagiorgia Ulbar, con illustrazioni di Serena Schinaia. Pubblichiamo le prime tre poesie.
I
Siamo una specie che migra,
senza orme né residui nella memoria
della gente. Solo ombre,
parole in mutazione, segreti
questi tre chiodi nello sterno.
Un giorno la bufera ci prende
sul pendio, dove abbiamo fatto sosta.
Animali dormono attorno al fuoco,
mentre madri coltivano l’orto.
Poi giunge la pioggia e la paura.
E ci mettiamo di nuovo in viaggio:
solo un cane ci segue, quasi umano,
verso nord:
un carovana silenziosa che sale
lungo il tempo fino al tempo dello schermo.
II
Anche loro migrano con noi,
non sono solo dei visi spenti
nella memoria: conoscono gli arnesi
della guerra e del corpo, la brace
più scura, il brivido della pelle
e la fiamma che si estende
come scintilla nel prato.
La calma del muscolo mentre dorme.
Da sempre vengono con noi,
fianco a fianco : sono la replica
invisibile del nostro passo, l’ombra
che avanza sicura nel deserto,
il rovescio dello specchio
nello scarto del tempo.
III
Far implodere la lingua
madre come torre che crolla
dal nulla,
o come terra che dall’interno
si squarcia e si apre,
e con le rovine
disegnare una nuova casa
su un vecchio quaderno:
cercare il mastice tra le parole
che restano,
incollare i cocci
della lingua morta
che perdurano
come debito nel sangue
e tornano
nel gesto eterno
di chi impara una lingua antica :
accarezzare
a contropelo
il dorso del dinosauro
Immagine: Serena Schinaia, Street Art, Roma.