Cinque poesie in anteprima da “La rimozione del conflitto” di Andrea De Alberti, uscito per la collana ‘poetica’ di Industria&Letteratura.
“La ragione per cui la ricchezza non porta la felicità sta nel fatto
che il denaro non è un concetto infantile.”
(Freud)
Gli zeri sono belli,
hanno il guscio svuotato
di una lumaca.
I soldi fanno la bava.
Se nell’aldilà
ci sono andate miliardi di persone,
allora l’aldilà è un luogo sporco,
è una latrina di campagna.
Adesso ditemi:
“C’è una salvezza
dove sta per accadere a tutti la stessa cosa?”
*
Le confessioni di Agostino, lo spirito di Hegel,
il gesto di Pilato non possono essere fissati.
I soldi invece attraversano la vita
in un conto o una misura e non muoiono mai.
*
Il più classico salvadanaio dell’infanzia
era un porcellino, in forme più private
della lingua conteneva denaro sporco,
fondi neri, tutto ciò che ha relazione
con le feci.
Avvicinavo le mie dita alla fessura
e ci finivo dentro.
Tra tutti i mammiferi soltanto l’uomo ha orecchie
che non rivelano l’emozione,
scrisse Auden.
Pensavamo fosse la verità.
La Banca era la nostra grotta di Altamira,
scoperta da una bimba, Maria,
un giorno del 1879:
cavalli, cinghiali, tre cerve,
una lunga lista della spesa
nel rosso della pittura annunciava
la nostra fine quotidiana.
Gli animali si avvicinavano piano,
ognuno non sapeva niente dell’altro.
*
Esiste un tipo di lontananza
che disciplina l’esistenza,
oppure Dio, come scrive sant’Agostino,
minaccia i discendenti di gravarli
con i peccati dei loro genitori,
fino alla terza o quarta generazione.
A forza di cercare strade
obbliga un albero a fiorire.
Da ragazzo pensa le cose in grande.
Decide di allevare libri a terra.
*
Ho riportato una storia vera e non discutibile,
in tutto ciò non vi è alcun male.
L’infanzia è il nostro letto.
I soldi fanno l’infanzia luminosa.
Queste storie contengono fatica.