La gente e altre seccature

da | Set 20, 2023

Tre poesie in anteprima dalla prima traduzione italiana di Judith Viorst, scrittrice statunitense, appena uscita con il titolo “La gente e altre seccature” per Einaudi a cura di Leonardo Guzzo e Marco Sonzogni.

 

ANTI-EROINA

Avevo progettato di essere la Cathy di Heathcliff, Lady Brett,
Nicole o Dominique o Rossella O’Hara.
Non avevo progettato di piegare il bucato
coi capelli scarmigliati e il mascara sbavato della sera prima,
un’esperta acquirente di Fritos, ripulitrice di lettiere,
riscopritrice di sneaker perdute, giocatrice di nascondino,
e altre cose ignote alla Cathy di Heathcliff,
a Rossella, Lady Brett e Dominique.

Perché non corro mai tra le eriche?
Perché un Howard Roark non si approfitta di me?
Perché non vado mai a Pamplona,
invece che a Philadelphia e Newark?
Come ho fatto a finire con un Irving
quando ho sempre avuto in testa solo Rhett?
O qualcuno piú adatto a Cathy,
Dominique, Nicole o Lady Brett.

Mi vedevo cosí spietata, sprezzante, ostinata,
una donna selvaggia a caccia di un compagno.
Ed eccolo – grembiule, forchetta e carbonella,
pronto a cuocere hot dog sulla griglia.
Non gli ho rovinato la vita o la digestione
con amore non corrisposto o scenate di gelosia. Lui
non sa che, in segreto, sono Rossella,
Dominique, Nicole, Brett o Cathy.

Perché non ho mai un crollo a Zurigo?
Perché non languisco nella brughiera?
Perché non mi vizia una Mammy fedele
e invece spruzzo spray per formiche sul pavimento?
Tricicli ingombrano il mio ingresso.
Ho briciole di crostata sparse sull’anima.
Ed è ogni anno piú difficile essere Cathy,
Dominique, Brett, Rossella e Nicole.

 

 

POLITICAMENTE PERFETTI

Sally e Stu
li ha sposati un pastore militante
(è stato morso da un cane della polizia di Birmingham),
si sono trasferiti in un quartiere misto
(il 34 percento erano neri o altro)
hanno rinunciato a un viaggio low-cost in Grecia
(per ovvie ragioni),

e hanno sempre cercato di essere
politicamente perfetti
incollando sul paraurti adesivi insolenti,
boicottando le bottiglie non riciclabili
e invitando, ad ogni cocktail,
un nativo americano, un renitente alla leva e Ralph Nader.

Sally e Stu
sono stati ammessi ai circoli piú fighi della Nuova Sinistra
(scrittori pubblicati, a volte perfino Mailer),
hanno sostenuto le cause piú nobili
(i Panthers, le moratorie, i fondi della Difesa),
hanno chiesto di smantellare la macchina bellica, di smembrare le maggiori aziende e di
rifare per
intero la società
(senza, si capisce, condonare la violenza gratuita),
e hanno sempre cercato di essere
politicamente perfetti
donando generosamente,
picchettando senza risparmio
e sempre invitando, a ogni festa di Natale,
una ragazza madre, un bombarolo dai buoni propositi
e la domestica.
Hanno sempre cercato di essere
politicamente perfetti, ma

di recente hanno incontrato un poliziotto gentile
e uno stronzo di rivoluzionario,
e hanno cominciato a detestare ogni rapinatore,
al di là del colore e del credo,
e lui ha scoperto, poi, di non poter dire “porco” o “ben detto”
senza suonare ipocrita
e lei ha scoperto, poi, di non poter dire “maschio sessista oppressore”
senza suonare ipocrita,
e quando lui le ha chiesto
se era capace di togliersi i vestiti e dipingersi un simbolo contro la guerra sulla pancia e
sguazzare nel Potomac in nome della pace nel mondo
e lei gli ha risposto di no,
hanno capito
che non sarebbero mai stati
politicamente perfetti.

 

 

GLI SCRITTORI

Io scrivo in camera da letto col bucato in disordine,
una culla e un bambino che strilla.
Mio marito lo scrittore si tiene sedie di velluto dorato,
un divano che costa quattrocento dollari,
un tappeto da muro a muro, rosso fuoco, di pura lana,
e una scrivania grande abbastanza da giocarci a biliardo.
Io batto a macchina quattro copie, due a me
e due al bambino per sbavarci sopra,
in una postura propizia alla lista della spesa
e alla scelta fra hamburger e platessa.
Per caso Emily Dickinson scriveva poesie
vicino alla pomata per gli sfoghi da pannolino?
Elizabeth Browning smetteva di “contare i modi”
quando Robert chiedeva un hot pastrami?
Scusate, i ragazzi sono appena tornati da scuola
e vogliono a tutti i costi la mamma.

Mio marito lo scrittore fa chiamate internazionali
con persone troppo famose per tirarle in ballo.
Al grande mondo là fuori io arrivo
tutt’al piú ascoltando sull’altra linea
o leggendo vecchi «Digest» mentre porto
i bambini a fare il vaccino contro l’influenza o l’antibiotico.
(La madre che lavora, lo sa chiunque,
crescerà senza dubbio psicopatici
tranne che non sia lí pronta quando spunta la varicella
o li tormentano i morsi di zanzara e il mal di piedi).
Edna St. Vincent Millay si alzava per caso all’alba
per una recita di prima elementare dal titolo Fiocchi di neve?
E Marianne Moore metteva da parte i suoi simboli
per sgombrare la tavola dai Quaker Oats?
Scusate, mio marito vuole una birra fredda.
Tornerò appena posso.
Il piccolo dorme, ho fatto i letti
e ho passato lo straccio sullo schifo in cucina.
Mio marito lo scrittore ha finito il «Times»

e si sta ritirando nel suo studio,
dove nessuno osa turbare i suoi profondi pensieri
(o il pisolino di mezz’ora che gli serve come l’aria).
Io sono stata in lavanderia, ho preso il dessert
e ho anche gonfiato le gomme all’auto
prima di sedermi alla mia Royal di seconda mano.
(Lui ha appena preso un’Olivetti nuova).
Miss Amy Lowell trovava Patterns imbrattata
dagli schizzi di spaghetti al pomodoro?
Phyllis McGinley soffoca le sue rime
se il giardino implora una rinfrescatina?
Scusate, la lavatrice fa i capricci.
Forse mi do all’uncinetto. 

 
 
©1971 Judith Viorst
© 2023 Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino
Translation rights arranged through Vicki Satlow of THE AGENCY s.r.l.