Cinque poesie da una raccolta inedita.
Le impronte
In offerta una kibisis
per feticisti di impronte digitali
e di baci a gea
la sua memoria rabdomante
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una videocassetta non datata
viaggio presso gli yanomami
contro le punture di fantasmi
dipingersi il corpo di linee di cerchi
di bocche sciamaniche
hula hoop infuocato
con cui roteare i fianchi
refrattari d’erranza
ipnosi per yoyo ojo hoyo
diario di bordo
Cartografie di abissi
La bussola dimentica il sorgere oriri
ma la mano ondosa della ninfa
nella foresta pietrificata
indica la sorgente
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la linea madre
che fu disegno antropomorfo
nel tracciato dei secoli
infiltrazioni per infiniti setacci
per coppe dal fondo a precipizio
vicende delle immagini nomadi
fuoriversano
dai
pori
ctoni e celesti
Soffia papaveri
Insieme e trasversali soffiano sui mucchi di terra
sul travertino giallo dorato
fra calce e triglifi blu esse disvelano
sorellanze di incantatrici
danze
dell’estasi
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la sineddoche della lieta profuganza
riannoda gli elementi di una protokoiné
la metanoia i voti gli inchini
i papaveri della Potnia
un nostos di doni
nella raccolta di grani fertili
nella mescolanza che (s)chiarisce
un ricordo ogni rintocco?
Lampada
Un’impronta più grande
compagine di appartenenze
non ancora omologate
crocevia gitani della matassa
bandoli?
luce per forza centripeta
fulgida e subito evanescente
batterie da ricaricare
per ruota inarrestabile
bottoni sinaptici si attivano
attraverso sollecitazioni e lenti incurvate
umori in ampolla
grappoli ancillari
conciliano la discrepanza
del crogiolo
la capacità innata di indicare
In-canti
Isadora ascolta un canto
sotto il verde stendardo
è l’epopea delle tavole
che si ripercorre in avanti e indietro
così come per geniture
inciampa il piede
interrompe la linea
danza
rinasce
la
lingua
sensuale
del
vento
NB: Queste poesie non rispettano sempre le spaziature della versione originale. Ci scusiamo per l’inconveniente.