In anteprima dal secondo numero della sesta serie di “Nuovi Argomenti” pubblichiamo un brano da La bellezza del marito. Un saggio creativo in 29 tango di Anne Carson (The Beauty of the Husband: A Fictional Essay in 29 Tangos, 2001) nella traduzione di Patrizio Ceccagnoli e parte dell’introduzione di Antonella Anedda.
Dall’Introduzione di Antonella Anedda
Anne Carson è la prova che la poesia può convivere col saggio, intrecciarsi alla traduzione, discutere con il pensiero. Questa disposizione all’insofferenza nei confronti dei generi si era rivelata subito dal primo libro: Eros the bittersweet (1996) in cui la celebre poesia di Saffo “Mi pare simile a un dio…” non veniva letta alla luce dello zelos cioè dell’accanimento geloso ma dell’architettura di un desiderio messo in scena come altro da sé.
Anche i testi tratti da The beauty of the husband nella bella (nel senso che davvero riesce a trattenere la bellezza del testo) traduzione di Patrizio Ceccagnoli non possono essere decifrati davvero se letti solo alla luce di una storia d’amore e di un abbandono. Sono infatti molto di più e non solo perché come sempre tessuti fittamente citazioni che si accendono le une sulle altre, ma perché continuamente dislocati, interrogati insieme a chi legge in un discorso ironico che prevede la distanza e lascia entrare, problematizzandolo, il dolore. L’io che parla si sfalda e si specchia, smarrito nell’ambiguità dei pronomi creando in chi legge un effetto prospettico sghembo e straniante. La storia di un amore che viene tradito e finisce non esaurisce se stessa ma si intreccia in un entanglament che crea sovrapposizioni, simultaneità, correlazioni a distanza. “Saggio creativo” e “29 tangos”, questi i sottotitoli. Il saggio qui saggia il territorio di un matrimonio finito, l’intelligenza critica ne prende atto, il tango, i tanghi danno il ritmo. Un ritmo oscillante, perchè il matrimonio è “a swaying place…” Il matrimonio dondola, la parola splende: “Look how the word shines.” Come splende? Come una ferita che rilascia una sua luce come dicono i chirurghi. “A wound gives off its own light surgeons say”:
Una ferita rilascia una sua luce
dicono i chirurghi.
Se tutte le lampade a casa fossero spente
questa ferita potresti indossarla
con ciò che ne risplende
Come sarà poi in Diving (sezione di Plainwater, 1995) e soprattutto in Decreation e nell’ultimo Float, anche The beauty of the husband è una meditazione sul dissolvimento dei nostri legami e sulla nostra impotenza a trattenere chi amiamo, esattamente come è impossibile trattenere l’acqua tra le dita. Così i movimenti fluidi del tango si inceppano e si bloccano, le emozioni dei danzatori – come succede nella realtà – si fermano bruscamente proprio sulla sponda di una possibile ma in realtà impossibile fusione. “Il tango crea un irreale, assurdo ricordo di essere morto”, ha scritto Borges. Una delle molte sorprese riservate a chi legge The beauty of the husband è di essere, insieme alla voce narrante, dentro il paradossale ricordo di una morte, morte di una vita a due e di una illusione di felicità.
Lo strazio anche visivo della ferita per essere sopportato, per non suppurare deve essere portato alla luce, mostrare quello che succede all’interno della carne aperta. Lo sguardo chirurgico (il libro è suturato da citazioni del “dottor” Keats, ma rimanda, come suggerisce Ceccagnoli anche a un libro di medicina anzi un’autobiografia di un chirurgo intitolata Down from Troy (Troy nello stato di N.Y, ma essendo Carson una grecista: serendipity) è necessario alla descrizione dell’incontro tra un uomo e una vergine. Non a caso Carson il giorno dopo scrisse un breve racconto intitolato Sulla Deflorazione testo che venne rubato dal marito e reso pubblico, con un’azione brutale, di svergognamento.
Il sesso, anzi l’iniziazione al sesso – la sua porpora – ha il colore del sangue ma anche di acini d’uva strisciati sulla pelle durante la vendemmia. Ma è la bellezza a renderlo possibile: “You know beauty makes sex possible. Beauty makes sex sex.” Il sesso, la prima volta: è terra capovolta (turned earth) È la bellezza – del marito a rendere sesso il sesso.
La persona che scrive, racconta la storia: una ragazza innamorata diventa una moglie, viene tradita e poi abbandonata. Nulla di nuovo, ma sarebbe un errore, appunto, leggere questi tangos in chiave confessionale. Come insegna Kafka, uno degli autori più amati da Carson, la nostra condizione di sofferenza è (anche) comica perché il linguaggio per dirla è comunque inadeguato, fa ridere proprio per la sua inutilità. Carson non cerca l’empatia tantomeno il sentimento. Parla invece delle emozioni del loro calore e della loro ferocia, senza compiangersi e soprattutto senza nobilitare l’eventuale pianto. Parla del potere: della parola e della bellezza.
[…]
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da Anne Carson, La bellezza del marito. Un saggio creativo in 29 tango, trad. it. di Patrizio Ceccagnoli
E mi erano estranei, come può capitare
Coi vasi
JOHN KEATS,
Ode sull’Indolenza, vv. 9-10
XXIV. E INGINOCCHIATA SUL BORDO DEL TRASPARENTE MARE MI FORGERÒ UN NUOVO CUORE DI SALE E DI FANGO
Una moglie è nella morsa dell’essere.
Facile dire Perché non rinunciarci?
Ma supponiamo che tuo marito e una certa donna tenebrosa
amino incontrarsi in un bar nel primo pomeriggio.
L’amore non è condizionato.
Vivere è molto condizionato.
La moglie si posiziona in una chiusa veranda dall’altra parte della strada.
Guarda la donna tenebrosa
allungarsi per toccargli la tempia come se vi facesse filtrare qualcosa.
Guarda lui
piegarsi leggermente verso la donna e poi indietro. Sono entrambi seri.
La loro serietà la tortura.
Persone che possono essere serie insieme, va nel profondo.
Sul tavolo tra loro una bottiglia d’acqua minerale
e due bicchieri.
Non servono sostanze inebrianti!
Quando sviluppò
questo gusto puritano?
Una gelida nave
da qualche parte dentro la moglie esce dal porto
e scivola verso l’orizzonte piatto e grigio,
non un uccello né un alito in vista.