Sette poesie in anteprima da “La bella vita” di Antonio Turolo, in uscita oggi nella collana “novecento/duemila”, a cura di Diego Bertelli e Raoul Bruni, per Le Lettere.
era potuto uscire per un premio
il fine settimana dalla clinica
se ne accorse la madre nel sentire
la stessa nota dalla pianola elettrica
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vedi di stare attento un’altra volta
mi sgrida nella morgue dell’ospedale
per lui routine, ma per me no, il necroforo
mi mordo i labbri fino a fare sangue
resisto a dirgli
non c’è un’altra volta
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aveva sete, e allungò la mano
di notte, senza accendere la luce
per uno di quei casi della vita
la bottiglia dell’acqua era vicina
accanto al letto all’acido fluoridrico
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varcando in automobile il cancello
della sua nuova casa aveva visto
lo scivolo, una fonte di pericolo
per la sua nuova vita concepita
lo scivolo lo aveva antiveduto
non il cancello automatico
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LA BELLA VITA
se un cliente si lamenta al bar
del caffellatte che gli è andato a male
Glielo sostituisco subito signore
se sempre lui diventa un’abitudine
Si tenga i soldi, basta che non torni
sembrava solamente un po’ lunatico
si era comprato anche una grossa moto
litigando coi suoi a tal proposito
le cose corsero:
andò in germania per via della lingua
non imparò il tedesco, perché stava
al ristorante per fare lo splendido
da londra portò a casa una borsetta
con il marchio di harrods bene in vista
smisero di pagargli le bollette
gli tolsero la luce i fornitori
lo vedo in treno chiedere dei soldi
con tono monocorde mi confida
la percentuale di invalidità
insufficiente all’ente pensionistico
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noi abbiamo la casa
ripetevi
contenta, come rassicurazione
adesso che ti parlo solo io
ho del pudore a rivelarti che
in questa casa mi hai murato dentro
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ZURBARÁN
quanto alla mia vecchiaia,
mi piacerebbe avvolgermi in un saio
nel refettorio la scritta SILENTIUM
con i miei confratelli tutti intorno