Non il sonno. Il sonno propizio
porta i sogni
quello inviato dagli dèi
ad affondare la bonaccia
a incatenare la tempesta
così che in fretta e senza ostacoli
avvenga la separazione di Ulisse
da Calipso
alla quale han fatto seccamente sapere
“Sta arrivando.
Sette anni l’hai tenuto prigioniero
nella grotta del tuo amore.
Un periodo lungo che stanca
il possibile e l’impossibile”.
Calipso ha ceduto
ma dentro di lei un gran lamento.
Il colpevole sentiva dire
di vento propizio per la separazione
e fu colto da un fortissimo senso di colpa
non tormentarti
farò navigare sogni le promise
per il ritorno illegale di Ulisse accanto a te
te lo porteranno di notte
e te lo prenderanno all’alba.
Da allora si stabilì tacitamente
con questo mezzo
cioè per mezzo dei rimorsi della realtà
che ogni tanto fossero serviti
anche i nostri sogni.
È dunque vero il ritorno?
Il desiderio è secondario.
L’importante
è che sia vero
questo onirico viavai
dei sogni.
*Il titolo è una citazione da Kavafis.
(da Ci siamo trasferiti qui accanto, 2007; traduzione di Nicola Crocetti.)