Fra poche ore ci sarà l’attacco

da | Giu 16, 2024

Da poco uscito il numero di “Nuovi Argomenti” di gennaio-giugno 2024. La sezione monografica è dedicata al tema della violenza. In anteprima, dalla sezione poesia, pubblichiamo degli inediti di Claudio Damiani.

 

Se mi si chiedesse qual è il punto di vista di questi testi, direi che è il punto di vista di uno che combatte. Costretto o non costretto è difficile dire: diciamo una costrizione che diventa abitudine, sempre vigile però, senza false illusioni. La guerra è la metafora dell’esistenza quotidiana (“O Manlio che torni a Caprera / da sola una guerra — la vita”, scriveva Pascoli), cui opponiamo la bellezza, nostra vera casa. (C. D.)

 

Fra poche ore ci sarà l’attacco
moriremo in tanti, come le mosche,
ma adesso giochiamo a carte
fumiamo, beviamo e ridiamo
cantiamo canzoni sconce
e anche ci commuoviamo,
stiamo a parlare anche di cose stupide,
di un buco in un calzino, un compagno me lo rammenda,
o di come è meglio fare le uova in camicia.

 

*

Sotto quest’azzurro, nella sera, è come una coperta
che mi preme sul corpo,
l’aria è chiara e gli uccelli cantano
ma è come se l’universo mi stia cascando addosso,
si sentono i rumori, intanto, della battaglia vicina,
non vorremmo farlo ma dobbiamo prepararci
per l’assalto di domattina.
Tuttavia, anche se domani moriremo,
oggi è un giorno come un altro.

 

*

Ieri un assalto dove sono morti tanti amici,
domani forse un altro
dove, chissà, morirò anch’io
però oggi non rompetemi il cazzo
sto qui sull’amaca e mi fumo una sigaretta in pace
guardo il cielo e mi sembra di sprofondare,
è azzurro ma in realtà, lui,
dopo quest’azzurro è nero
e mi chiedo che cosa c’è dietro questo cielo,
anche lì guerra, sono sicuro, guerra dovunque,
anche lì lotta per l’esistenza,
ma a che serve quest’esistenza, mi chiedo,
ma ammazzatemi domani e non ne parliamo più
non ne voglio sapere più niente di questa esistenza!

 

*

Per strada gente con le stampelle,
chi con solo il tronco si muove su carrettini,
quasi tutti chiedono l’elemosina,
molti sono morti e ancora sono lì sull’asfalto,
nessuno è venuto a prenderli,
però che bello stare un momento in terrazzo
a guardare il cielo, che è di un azzurro speciale,
che belle le nuvole che sembrano dipinte
da qualcuno, non sembrano casuali,
che bello andarsene lentamente,
non essere soli a morire
ma essere tutti insieme, uniti,
come se una grande mano ci prendesse tutti.

 

*

C’è un’aria natalizia
fuori piove e fa freddo
sarebbe bello stare io e te, in casa
senza fare niente
farci delle castagne
oppure stare vicini e leggere
e ogni tanto darci un bacio.

 

*

Sei molto bella nella fotografia
e hai un sorriso così dolce
ma domani ci sarà un assalto e non è sicuro
che ritornerò in trincea, potrei restare sul campo
fatto a pezzetti uno qua uno là
oppure andarmene a fare una passeggiata
o andare in bicicletta in quella stradina bianca,
ma pure la tua bellezza è il segno di un ordine
di cui mi sfugge la connessione
con la violenza, che rapporto hanno le due cose?
Se c’è la bellezza, infatti, come può esserci la violenza?