Forme primitive di possesso – Poeti ucraini contemporanei / 3

da | Giu 27, 2014

[Sei poesie nella traduzione inedita di Paolo Galvagni.]

FANTASIA

gli extraterrestri sono le anime di bambini africani morti
che perseguitano gli europei
gli tolgono i resti della razionalità
e del buon senso
si vendicano dell’ordine mondiale
creato a loro immagine e somiglianza
lanciano bombe sugli ingressi
spaventano al buio coi dischi volanti
e con i poltergeist
fanno deragliare gli espressi transeuropei
e tagliano le funi agli alpinisti

in una parola si divertono come bambini

e la loro immotivata crudeltà infantile
la loro vendetta ultraterrena
sa di savana e dei suoni dei tamburi
sa del sudore di una mamma africana
che forse ha partorito nuovi bambini
e di quelli morti non si ricorda nemmeno

ma che cosa rimane a loro piccoli monelli

***

VIVERE FINO AL 1913

mia nonna fra tre giorni compie 90 anni

proprio in tali momenti capisci la fragilità della vita [umana
e cominci a pregare che in questi tre giorni sventurati
non le succeda nulla di male
desidero molto che lei arrivi al suo giubileo
e continui a vivere anche se
la sua vita da tempo ormai si è tramutata in pura [sopravvivenza
nel continuo sviare dal punto of final destination

ma nessuno chiede se davvero si goda questa vita
e cosa sia il godere nella sua singola situazione vitale

non so ancora come si possa guardare serenamente negli [occhi una persona
che ha vissuto
due guerre mondiali il funerale di stalin la riforma [monetaria del 1961
i continui problemi col pane e col detersivo
il marito paralizzato il nipote maggiore la disillusione per [il comunismo
e la famecarestiafamecarestiafamecarestiafamecarestia
ha continuato a vivere anche se
non ha scritto poesie dopo auschwitz
forse non sa ancora che cosa sia auschwitz

guardo sempre gli occhi azzurri con una patina torbida
e per questo ancora di più voglio
morire
per vivere fino al 1913 a dispetto di tutti
e baciare
quelle mani sui cui sono già svanite tutte le linee
eccetto la linea dell’amore di alonso e juanita

proprio lei per prima mi beccò con una sigaretta
proprio lei col gelo a meno 20 andò con la polmonite
ad accompagnare a scuola il nipote di sei anni
proprio da lei ho attinto alle basi ingenue della pedagogia [popolare
ricordando ancora il sapore dello sciroppo di cicche
l’odore delle patate arrosto la vita severa e
l’amore discreto colmo di abnegazione

per me personalmente la nonna è una persona del XX [secolo
non qualcun altro più celebre e meritevole
ma proprio lei ridotta alle dimensioni
di un vecchio corpo fragile impotente
un grumo di dolore e spossatezza
“fatto nell’impero russo” (1)
emissione del 1913

ora anch’io posso fare paragoni col 1913
perché so per certo che non arriverò mai al 1913

io

un’altra piccola vittima impercettibile
di una prolungata malattia inguaribile

un’altra puntata dell’interminabile telenovela venezuelana

con Nadja (2)

***

SENZA SENSO

davvero non ha di che vantarsi la rozza zietta sul [manifesto
“NON VENDO SIGARETTE AI MINORENNI”
infatti la sua prima e ultima prerogativa straordinaria [inizia e finisce con la frase
“NON VENDO SIGARETTE AI MINORENNI”

sono sicuro che la sua comparsa su quel manifesto
sarà il primo e ultimo grande avvenimento nella vita
dopo la nascita e la morte
tutti i suoi conoscenti e parenti ricorderanno a lungo e [con invidia:
“ecco la donna è stata fortunata a entrare nella storia”
perfino al suo funerale un cretino
dirà necessariamente:
“NON VENDEVA SIGARETTE AI MINORENNI”

quanti di quegli stupidi manifesti resteranno
necessariamente in famiglia e
ingialliti passeranno di generazione in generazione
forse tra cent’anni
anche la sua propronipote apparirà su un manifesto
con un’altra scritta –
per esempio questa:
“NON VENDO PANE AI MINORENNI”

chissà che cosa può capitarci tra cent’anni?

una volta mia mamma finì sull’albo d’onore cittadino
come lavoratrice del lavoro socialista
accadde proprio dopo che ricevette
la medaglia della gloria del lavoro di seconda categoria

ogni giorno andando a scuola guardavo la mia mamma
e molto spesso mi trovavo a pensare che non fosse la mia [mamma
ma qualcun altro a me estraneo
cioè la mia unica mamma al mondo
pareva svolgere una funzione del tutto diversa
certo mi vantavo “ecco vedete – è la mia mamma non la [vostra”
ma dall’altro lato pareva una delle fotografie
in una grande tomba comune

dopo tre anni
tutta quel romanticismo socialista
insieme alla tomba comune andò nell’oblio
io sapevo che la mia mamma non sarebbe mai più finita
su quell’albo d’onore

ma dall’altro lato
se CIO’ fosse durato un po’ di più
la mia mamma avrebbe certamente ricevuto
la medaglia della gloria del lavoro di prima categoria
cosa che l’avrebbe automaticamente tramutata in cavaliere
dell’ordine della gloria del lavoro delle tre categorie
e quindi EROE DEL LAVORO SOCIALISTA

se ciò fosse accaduto davvero
sono sicuro
NON AVREI MAI SCRITTO QUESTA POESIA SENZA [SENSO

***

FORME PRIMITIVE DI POSSESSO

ai tempi della ricostruzione (3) gorbačoviana c’era un [professore di storia dell’arte
forse è ancora vivo ma non ne sono sicuro
quando riceveva la paga si ubriacava immancabilmente [con gli studenti
che poi lo portavano ubriaco a casa ma per la strada
passavano al negozio di alimentari
e il professore comprava qualche decina di chili di sale

venne fuori che il professore aveva una teoria – presto
sarebbe giunta la carestia e sarebbero mancati i generi [alimentari
per primo sarebbe scomparso dai negozi chissà perché il [sale
non la farina le frittelle o l’olio chissà perché proprio il sale

era un rituale costante
ogni mese gli studenti trascinavano il sale a casa del [professore
sua figlia apriva la porta e diceva sempre la stessa frase
diceva: “papà, vaffanculo, di nuovo?”
lui ordinava agli studenti di gettare il sale in un angolo del [corridoio li congedava
loro lo gettavano e se ne andavano per conto proprio
così durava di mese in mese
poi gli studenti si laureavano e ne venivano dei nuovi
il professore si ubriacava di nuovo e ogni mese arrivava a [casa
il sale

talora mi ritrovo ad avere paure simili che
forse non si esauriscono in qualcosa così strambo come [raccogliere sale ma hanno
una soluzione del tutto diversa
spesso compro non uno ma due chili di carote
poi le carote marciscono e le butto
semplicemente prendo i due chili e li butto
talora compro per esempio prosciutto di diversi tipi
perché quando lo vedi al supermarket in quantità così [grandi
e così appetitoso lo vuoi assaggiare tutto
ma si deteriora presto e butto via anche quello

stessa storia per esempio coi libri e i compact disc
non troverai mai la strategia ottimale per collezionare [musica
ma alla fine come si può collezionare la musica?
a che mi servono gli aerosmith? i whitesnake? le salt[-n-pepa? i dip-pepa (4)?
(così si diceva nella mia infanzia – dip-pepa)

coi libri in generale è una catastrofe:
a che mi servono i compendi letterari? le collane poetiche? [i maestri di prosa contemporanea?
nabokov in 5 volumi? feuchtwanger in 7 volumi mi pare? [Leggerò mai thomas
mann? che cosa di nuovo posso imparare da thomas [mann?
davvero un giorno prenderò in mano un libro sul [fengshui? per non parlare
del manuale di biliardo da tavolo o del libro di pronto [soccorso
a chi darò il pronto soccorso medico? e che cos’è il [fengshui e in che cosa
si distingue dal ginseng?

però i libri e i dischi chissà perché non li butto mai
ormai sono tanti che occorre pensare a un appartamento [di tre stanze
ma per comprare un trilocale devo guadagnare soldi
con varie traduzioni articoli per riviste di moda e [intellettuali lavoretti rubriche
recensioni di libri
che di nuovo dovrò comprare e comprare senza fine

praticamente ogni mia processione alla libreria si [conclude
con un nuovo libro semplicemente mi sento male se
non mi compro un nuovo libro
qualche giorno fa a lungo mi sono chiesto perché ho [comprato il libro di curzio
malaparte “la leggenda di lenin” in polacco?
mi sono mai interessato di lenin?
(e leggere di lui in polacco!)
Ma non mi era passato l’interesse per lenin?
anche se vi si dice qualcosa di shoccante su di lui
e il libro sul terrorismo nell’europa occidentale di un [professore polacco
a che mi serve? l’ho comprato perché il prezzo era calato
poi ho scoperto che le pagine erano incollate male
il libro inizia con la pagina 324 e finisce con la [tredicesima
perfino se per gioco mi verrà voglia di
leggere dell’IRA delle “brigate rosse” o del rapimento di [aldo moro
forse comincerò a districarmi in questo labirinto?

diverse volte ho giurato a me stesso che avrei comprato [solo i libri
senza i quali davvero non si può vivere o i libri che [portano
un vantaggio pratico quindi
mi sembra di essere ancor più folle di quel professore
che raccoglieva il sale
il sale anche se occupa molto spazio almeno può essere [aggiunto al cibo
se è extra (5)
si possono fare i bagni di sale
se è marino
diminuire il rischio di cadute in inverno e fare impacchi [se hai l’angina o gli orecchioni
se è salgemma
col sale si può perfino fare una colonna di sale se è biblico
con qualunque sale si può coprire il pesce e versare sulle [macchie di vino rosso
il sale si può barattare con la farina le frittelle o l’olio [durante la carestia

col libro non farai carta straccia non lo getterai nella stufa [non lo brucerai in piazza
non ti dovrai neanche asciugare

se certo non è il “nuovo testamento” dei “fratelli di [Gedeone”

***

I GENI

i miei geni sono molto buoni
il mio bisbisnonno arrivò a 119 anni e morì con dignità
entrò in casa si coricò e morì
dicendo “be’ morirò” e mia nonna sua nipote
(quando sento questa storia per la centunesima volta non [trattengo le risate)
lo tranquillizzava: “no nonno è ancora presto”

forse mia nonna non dice la verità
o forse non dice la verità sino in fondo
non posso affermare che menta non si può dire degli [anziani
ma talora mi sembra che mia nonna ricami un po’
119 anni sono troppi anche per l’inizio del XX secolo
ma chissà? comunque nessuno ha mai contato quei [contadini
tanto più nessuno allora rilasciava loro i documenti

comunque – semplicemente i miei geni sono fantastici
checché tu ne dica
ho tutte le possibilità di arrivare agli ottanta e se la [gerontologia
andrà avanti nelle sue indagini scientifiche e si [troveranno
nuove pillole per la vecchiaia si potrà in generale arrivare
fino ai novanta

altra questione – il mio attuale modo di vivere
e come metto alla prova la mia salute
come tutti noi mettiamo alla prova e conserviamo la [nostra salute
inspiriamo fumo di tabacco beviamo acqua al cloro
non dormiamo di notte ci alziamo alle 12 ci stressiamo
ci tradiscono le mogli tradiamo le mogli
ogni giorno moriamo di invidia
pascoliamo la proprietà ci teniamo stretti i portafogli sui [filobus
stiamo per ore davanti al computer

da un lato ci reclamizzano la vita sana
incitano al sesso sicuro e ci spronano in ogni modo
dall’altro lato è così difficile mettere il preservativo
già a 29 anni è così difficile mettere il preservativo
calzarlo sarebbe più facile no non dico di aver problemi di [potenza
pochi a 29 anni hanno problemi di potenza
ma se per un mese terrò il mio laptop sulle palle
non mi salveranno né la cantaride (6) né lo yohimbe [nemmeno il viagra

ma non posso fare diversamente
anche in futuro terrò il mio laptop sulle palle e
scriverò i miei versi disperati che sempre più spesso sono [definiti racconti
una zietta anziana – la sorella di un poeta sloveno
che già da anni sta in fila per il premio nobel –
ha detto: “ma perché LI chiamate versi?”

ma no – volevo risponderle – non preoccupatevi
non intendo fare concorrenza a vostro fratello
sono troppo giovane per il premio nobel
e ho il laptop sulle palle e non conosco di persona john [ashbery
non ho le traduzioni in inglese
state tranquilla vecchina non preoccupatevi per vostro [fratello

anche in futuro terrò il mio laptop sulle palle perché
diversamente non ce la faccio diversamente non mi riesce
se volete chiamateli racconti se volete chiamateli cacca di [cane
ma diversamente non ce la faccio

non posso più permettermi di scrivere a metafore
giocare con la tradizione e scrivere delle lumache
forse avete ragione e la poesia è morta in me
(Dio un’altra metafora) e non sono più un poeta
e tanto meno un poeta della cultura o poeta della natura

sono un poeta che tiene il laptop sulle palle
chiamatemi semplicemente così:
“Andrij Bondar – un poeta che tiene il laptop sulle palle”

non potrete farmi un complimento migliore

devo spiegarvi che cos’è un laptop?

***

ROBBIE WILLIAMS

“perché tutti mi guardano così?
forse sanno che sono ucraino” – penso ogni volta
entrando nel bar di turno
“forse si vede tanto forse forse tanto
forse si vede tanto che sono ucraino”

mi tolgo il giubbotto (importato mi pare tedesco ma qui [nessuno ne indossa uno così)
rimango coi jeans comprati qui l’anno scorso
rimango col pullover prodotto in Perù
un pullover di soffice lana d’alpaca
è di qualità comodo ma qui nessuno ne indossa uno così
rimango con gli occhiali americani
che cosa ancora?
le scarpe sportive – erano di moda quattr’anni fa

ho l’aria disperata
o sembra così solo a me?
il mio umore oscilla tra l’acceso patriottismo e spaccare la [faccia a qualcuno
anche se questo mi tradirebbe completamente

“solo gli ucraini possono spaccare la faccia a qualcuno” –
pensano loro e hanno ragione
“solo gli ucraini sanno cantare così bene” –
pensano loro e hanno ragione
(“oggi non canterò” – decido io)
“solo gli ucraini sanno guardare così spogliandosi”–
pensano loro senza sbagliare
“solo gli ucraini sanno sgozzare tanti dei nostri
in così poco temo”
pensano loro senza sbagliare

in così poco tempo potevano solo gli ucraini

io ho mezz’ora
per compiere la mia missione storica

che cosa riuscirò a fare in mezz’ora davanti a un boccale di [birra?

tirare le somme della giornata
un‘altra giornata di un ucraino in polonia
e trarre una conclusione confortante per me:

“semplicemente gli piaccio come persona come uomo”

e contraccambio l’affetto ordinando un’altra birra

robbie williams per la decima volta oggi mi racconta che [cosa gli occorre
dalla vita:

“i just wanna feel real love” – canta robbie williams

ai noi due occorre la stessa cosa

oggi non spaccherò la faccia a nessuno –
faccio un passo verso la pacificazione ucraino-polacca
e sorrido come nessuno qui sa fare

loro vedono bene i miei denti una fila uniforme di denti [ucraini bianchi sani
qui nessuno li ha così

Note:

1) Nel 1913 l’Ucraina faceva parte dell’Impero zarista.
2) “Nadja” (il nome della nonna) rimanda a “nadja” (“speranza”).
3) Nell’originale è usato il termine ucraino “perebudova”, equivalente al russo “perestrojka”.
4) Si intendono i Deep Purple.
5) Sale extra, sale da cucina, popolare in Ucraina.
6) Cantaride, insetto noto dall’antichità, rimedio per rinvigorire le forze amatorie dell’uomo. Yohimbe, pianta tropicale usata per la produzione di afrodisiaci.

Oleksandr Irvanec’, Bruder – Poeti ucraini contemporanei /1
Jurij Andruchovyč, Il lessico delle città intime – Poeti ucraini contemporanei /2

Immagine: Rashid Rana, Language Series 2, 2010-11.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).