Falsi sonetti

da | Dic 21, 2023

Quattro poesie da “Vivi al mondo” di Daniela Attanasio, da poco uscito per Vallecchi.

 

non sempre ho la saggezza dell’animale a volte
gli ostacoli sono nidi di pensiero righelli che mi
bacchettano le palpebre non serve l’immaginazione
il paesaggio è una linea liquida che sta evaporando
fino a svanire ma c’è un punto nella memoria che di
notte ritrovo un bacio sull’omero della mia spalla il
ricordo di una stanza sull’acqua odore lagunare. A volte
penso che Dio sia un aggancio utile ma l’idea non scende
neppure a sfiorarmi le ciglia a farmi abbassare gli occhi
a sigillare i rumori con l’adesivo della pioggia -cade
una pioggia fredda scorre sul vetro della finestra crea

un’armoniosa rete di solitudine intorno alla stanza sull’
acqua all’incidente del bacio sulla spalla passato ormai
dal racconto d’amore al resoconto definitivo della poesia

 

*

attraverso la parete ascoltavi dalla sua voce
l’inizio di una storia eri chiusa in una stanza al
buio senz’aria non riuscivi ad articolare parola
grido o pianto in quel silenzio di polvere dicevi
devo risolvere questo problema di soggezione
devo alzare lo sguardo per ridisegnare le linee
geometriche della casa e il luccichio delle stelle
c’è spazio per aprire la porta chiedendo permesso
senza fare rumore a testa alta basta sorridere
inspirare con calma poi espirare -un lungo respiro
di azoto e ossigeno così da allargare spalle polmoni

l’aria del dentro e del fuori in parole semplici c’è tempo
per sfondare il buio ritornando allo spirito del mondo
tempo per far entrare il respiro della vita nel dolore

 

*

ha preso dallo zaino la foto di una barca
verniciata d’azzurro con la scritta su un fianco
Thalassa una foto di colori estivi voleva
vivere sul mare senza una vera ragione
senza farsi domande voleva lasciare crescere
le piante edule nel suo giardino quelle che
danno frutti -immaginavo quel giardino da
un pensiero lontano tra me e lei c’era lo spazio
disteso del mare ma il giorno si chiudeva in una
nuvola d’acqua- ora posso dirlo con certezza
ero io nell’altra più precisamente ero io davanti

al mare senza più contorni in un tempo già passato
schiacciato sull’orizzonte indefinito delle stelle
al largo di un’accecante estate

 

*

anche tu compatisci gli infelici dell’amore anche tu
ti compatisci per il freddo che scorre con il sangue
ma non c’è più passione nei tuoi giorni scrivendo ti
consegni a lingue diverse e hai l’illusione di bastarti –
guarda come batte il sole stamattina su questa corteccia
che d’inverno gela c’è sapore di mandorla nell’aria
una complessa armonia di colori corpi nodosi o sciolti
alla corsa ai gesti eleganti dell’arte marziale guarda quel
piccione gonfio d’amore come gira vorticando intorno
alla femmina come si allarga lo spazio se chiudi gli occhi –
suoni richiami scorrono in forma di canzone popolare

ma sei lontana dall’età dell’innocenza dove un gesto
o una voce parlavano di desiderio ora è il Tempo Sovrano
a decidere per te dovrai bastarti fino all’ultima ora della vita