Dittico dell’acqua

da | Apr 28, 2022

Tre poesie da “Dittico dell’acqua” di Lucia Brandoli, con introduzione di Giovanna Frene, appena uscito nella collana ‘poetica’, a cura di Gabriel Del Sarto e Niccolò Scaffai, di Industria&Letteratura.

 

OLIMPIADE

Ecco cosa vuol dire
Lebensmensch,
persona della vita.
Neutro, totale. Leben
così simile a Liebe.

Das Mensch, der Man,
l’essere umano e l’uomo.
Der Tod, der Mond – il morte, il lunare –
die Sonne, das Mädchen –
lo immagini il calore al femminile?

La vita è una palette:
Foxglove,
Chocolate Brown,
Verde petrolio.

Una squalifica di otto anni
è molto simile a un ergastolo
per un atleta.

Vorrei un bambino
nella pancia,
ma tu guardi le Olimpiadi
e sono una figura
di passaggio
alle tue spalle,

Atlante.
Sono nata di nuovo,
bambina di sei anni:
eri un uomo che amo.
Il mio sorriso, il tuo caduto
in fondo a una foto,
scivolato in grembo – a nutrire
un segreto, una vergogna,
le vertigini.

Mia madre mi ripete tre volte le stesse parole: Vengo con te!
Come staccare una distanza, la vita quando
si è soli. Saltare nel nulla.

Amare

la solitudine come nei cinema,
la soddisfazione di far piangere qualcuno
per una volta sola.

 

*

In questa terra le mani si alzano insieme alle ciglia.
Le palpebre – appena inondate dal giallo –
assorbono ciò che è tutto, e il nulla.
Gli animali erano come Dio per gli uomini.

Il giorno resta un giro di corda,
di polvere d’afa, esanime, caldo.
Un giro di senso che accoglie
i figli smarriti intorno alla statua.

Inizia a pulsare il mattino
in quel quadro a strapiombo
su un mare di tetti pervinca.

Esistono strade,
scavate dai fili di ferro,
segnate dai piedi dei paria,
sessioni di semi, stagioni di nenie.

Arriverà l’acqua, la quiete.
La polvere, il Sole.
Famiglia e dolore.

Parleranno le foglie del betel,
pregheranno a gengive tinte:

avrai una vita piena.

Ormai se ne saranno andati tutti
insieme ai cani. Tanta la sete.
Resteranno solo i pozzi e le case.

Oggetti allineati sui domestici lari,
promesse immantenute da chi è passato.
Fiducia in tutto ciò che muore, cresce, cambia.

Credo senza direzione.

 

*

Al riparo:
il sale sul comodino,
il tempo vuoto e illuminato
a giorno. Riparo
nessuno. Vento
di luce
tratteggia le attese, espressioni scolpite.
Geometria
di denti, di labbra, forse
di occhi. I piccoli maestri delle pause.

Riflesso di cime
e lunghi crepacci.
Madida metamorfosi
dell’età più nostra,
la notte. Nostra
questa lingua dura
impiegata
a produrre rose, dire,
sortire effetti. Celare.
Pirotecnia annullata.

 

(La foce è un’idea
di viso autunnale,
a me il più caro.)