Deep blue

da | Lug 15, 2024

Quattro poesie in anteprima da “Il cane ha sempre fame” della poetessa tedesca Anja Kampmann, uscito per La nave di Teseo (2024). La traduzione dal tedesco è di Dafne Graziano.

 

DEEP BLUE (1997-)

lo chiamarono deep blue
forse perché credevano ancora
nell’oceano e nella sua antica forza
o nella corrente del pacifico
che da una costa all’altra si sposta
il grande spirito e il movimento
di un cervello
deep blue forse non proprio coscienza
ma qualche calcolo lo faceva qui giocò
a scacchi kasparov il nostro eroe
come l’hai presa quando hai perso
alla sesta partita e contro quale
forza? pompa idraulica
contro oceano la forza spirituale
dell’anima umana, ah
di fronte a quale blu pensi
che ci troviamo oggi?

 

CLEANING

ombra
che solo a notte giunta
diventa cosa viva
in un secchio d’acqua sporca
che qualcuno in una strada deserta
riversa tra i palazzi degli uffici –
un secchio
il suo bagliore dorato
come se fosse l’unico in questo posto
a poter raccontare
la nostra storia.

 

CILIEGIE

quando lei parla con lui
una parte della sua voce manca
come se qualcosa fosse
già scomparso
o non si volesse
più mostrare

nel cortile c’è uno spazio attraversato
dal vento
e il mese rosso è cominciato
con le ciliegie
e il tipo di amore
che non è di nessuno

i prati
alti e ondeggianti
lo sanno
mutano la direzione
come a saggiare lo splendore

la luce sugli steli
mutevole
e veloce.

 

RICCI DI MARE

nei fossili ci sono
superfici arrotondate
ricoperte di linee tratteggiate

non assomigliano a nessuno degli animali
che ho visto

in seguito
neri e pieni di aculei
saldamente attaccati a pietre sdrucciolevoli

li trovammo nel campo sportivo
vicino al cantiere della nuova pista di pattinaggio
sul ghiaccio

li cercammo
li mettemmo nella borsa
e li portammo a casa
dove rimasero nella vetrinetta

(lì accanto un cavalluccio

marino essiccato)

erano gli anni novanta
li raccogliemmo con la superiorità
di tutti i viventi
l’acqua e un mare intero
si erano ritirati dagli animali

ciò che a quel tempo non sapevo ancora
è che sarebbero arrivati giorni
in cui li avremmo guardati di nuovo
luce sulle superfici di vetro

pietre tonde sotto i riflettori
ma in modo più nitido

oggi la polvere scintilla sui tappeti l’aria
come il ricordo
di un mare

tu vedi

figure negli angoli della stanza sei di nuovo nell’altro
tempo e chiedi quanto mi fermo se ho già fatto
i compiti

sono pietre lisce nella luce
senza un singolo aculeo che le protegga.

 

NB: Non è stato possibile rispettare per intero la grafica dell’originale. Ci scusiamo per l’inconveniente.