Cinque poesie da “Corpuscoli di Krause” di Fabiano Alborghetti, da poco uscito per Cappelli Editore.
POSITRONI
“La vita è atomi e vuoto
di cui non dovremmo temere”
(Tony Harrison da “Vuoti”)
(genesi. positroni)
Composizioni di particelle elementari
clangori silenziosi e siderali
provenienti dallo spazio
energia
distribuita in quattordici ordini di grandezza
o di bellezza se pensiamo che la genesi sia il sole
una nova, supernova
oppure un quasar puntiforme
e forme, orme, le uguali quantità della materia
e del suo opposto.
La vertigine
parteggia sempre per la carità del vuoto, certo
ma tutto aggrega, non lo vedi?
zigote, blastomerio, morula
e dall’assieme sempre
le antiparticelle, gli atomi, il positivo il negativo
tutto ciò che è
e che declina
e riproduce
in sempre nuove collisioni. Elettroni. Positroni.
È nucleosintesi stellare.
(annichilazione. frequenza della luce)
Un’immagine già nota:
la natura ondulatoria della luce
il suo spettro elementare
se disperso con un prisma
intensità, lunghezza d’onda, la frequenza:
il visibile è soltanto una porzione
nanometri, parametri.
Quante volte ci hai giocato
anche solo col bicchiere:
la luce che diventa arcobaleno.
Ma più addentro è un altro stato.
Nei corpi solidi il difetto
le lacune
se gli elettroni sono scarsi oppure assenti
in questo caso l’emivita sarà più estesa
o evenienze ulteriori:
annichilire i positroni ad esempio
se appressati agli elettroni cesseranno l’esistenza
emetteranno raggi gamma
che verranno rilevati
rivelati.
Per vedere occorre entrare negli anfratti.
Rinunciare a una porzione guadagnando poi l’assieme.
(il problema dell’orizzonte)
L’incongruenza del modello, e tutto è
come non sembra.
Cronache queste dalla fine delle ere
o del debutto, della storia elementare
molecolare e primigenia:
ancor prima di qualunque geometria
la gittata pare quasi sperdimento
l’episodio casuale scevro ancora d’incursioni
collisioni
o così nell’aldilà da esorbitare.
Problema dell’orizzonte
così è chiamato:
un teorema, un’evidenza e così è spiegato:
nell’universo pare esistano regioni
troppo lontane perché contatto sia avvenuto
nemmeno al tempo del Big Bang.
Troppa distanza, non colmabile
nemmeno dalla luce, dai fotoni
resi liberi dal plasma
oppure: la teoria inflazionaria
l’universo in espansione per pressione negativa
-l’inflatone- lo stato instabile
conseguente
alla non rottura dell’intera simmetria
l’energia -al punto zero- che assume il ruolo
di costante
e poi, e da qui si spiega tutto
dell’universo l’espansione esponenziale
propagazione, diffusione.
L’accadere. Il superluminale.
(cronotopo. spaziotempo)
Eventi, fenomeni, il prima, il dopo.
Direzioni.
Questo abbiamo imparato: il tempo è un asse
o così è compreso agli occhi del profano.
Dapprima coordinate cartesiane
riferimenti ortogonali
poi assiomi di costanza, l’invarianza delle leggi
velocità e luce
il risultato degli scambi, dei riferimenti inerziali.
Aldilà è tutt’altra teoria: l’assenza
di un tempo assoluto per cominciare.
Le coordinate
legano tra loro in funzione di chi osserva
-lo spostamento relativo di chi osserva-.
Ora è un altrove e assoluto, l’assieme degli eventi
non appartiene né al passato né al futuro.
Ma ci sei tu, il presente relativo: esiste sempre
chi osserva, colui che vede
i due punti anche se scissi
un altrove assoluto dentro l’altro
e li vede simultanei
in coesistenza.
(protostoria)
Da qualche parte
un boato inudibile nel sottovuoto astrale
ma altrove:
una forma primigenia
prima branchie e poi polmoni
e terraferma e mani. Poi
un ticchettìo di scalpello. Forse
un’impronta con pigmenti minerali
ematite, ferro, manganese
un corpo cosparso d’argilla
per somigliare alla terra e cacciare
prodotti litici in legno e osso
un insediamento strutturato
domesticazioni, glaciazioni
la protostoria farsi sempre più recente
e la postura raddrizzare.
L’esistente farsi corso delle cose.
Noi siamo qui.
NOTA: Non è stato possibile rispettare sempre le spaziature dell’originale. Ci scusiamo per l’inconveniente e rimandiamo all’edizione cartacea.