C’è bisogno di guardare…

da | Ott 1, 2024

Cinque poesie da “L’ora del mondo” di Marco Amore, uscito nella Collana Scilla di Samuele Editore.

 

AUTUNNO

il profilo dei monti
è una forma di difesa,

la nebbia
il tocco serafico
di un’idea di passaggio,
morbida come un ricamo nivale
sui pinnacoli del campanile a vela

Profumo
di resina che brucia nel focolare,
l’eco nella cavità di questa conchiglia
fossile davanti al foliage autunnale

«testa o croce?»

deve affrontare un labirinto unicursale
di pioggia,
l’auto che sbanda
in discesa,
le immancabili sedie con ribaltina
della sala riunioni, dove gli intervenuti si appartano
per stringere accordi di partenariato

scambiarsi pareri sulle opportunità di investimento
dati alla mano.

discutere dell’operazione
Minibond, che estende le obbligazioni
a società non quotate in borsa

(delle banche americane, che hanno confezionato
mutui subprime con l’idea di ripartire il rischio
attraverso la cartolarizzazione
– i derivati)

esseri umani che frazionano ciò
che è indissolubile in parti uguali:
così l’etica diventa formale,
sostanziale, professionale eccetera,
vittima del linguaggio cui affidiamo la sola verità,
il dubbio

 

***

LOREM IPSUM DOLOR SIT AMET, CONSECTETUR

ha studiato un’infinità di documenti amministrativi
quel tipo di carte che solitamente nessuno legge,
che vengono accartocciate dopo un’occhiata fugace,
che non vengono redatte
ma copincollate
Ha imparato a vivere con la data
di scadenza come il latte
quel ragazzo alto e con la barba rada
che irride la disfonia cronica nella
voce di Calliope

«ha la raucedine, poverina,
è costretta a fare gli straordinari
senza cavarci neanche
un pentametro»

da quando lo hanno assunto
a gennaio,

il lavoro
ha spento la sua scintilla
divina

 

***

AUTUNNO

CAMERA 204 – la testata del letto
ha un circoletto nero, come se in precedenza
un viaggiatore

l’avesse testata con la sigaretta accesa
Birre nel minibar,
bottiglie d’acqua gassata, lattine
tiepide (forse un malfunzionamento del compressore)
la carta da parati a motivo geometrico screpolata dietro
l’anta della finestra
che affaccia su una strada secondaria

l’asciugacapelli a due velocità
(MAX/MIN)

*

nuovo hotel,

ancora uno:

verifica la disponibilità

quando sei in treno

Prossima fermata Torino

Porta Susa

– non luoghi
dove essere o non essere,
con colazione continentale
inclusa
Vetrate panoramiche che affacciano
su canne fumarie,
tubi spiralati
di una vecchia fabbrica dismessa

E poi buio, luce, buio
Alberi

a intermittenza rotaie
«com’era quell’espressione greca…»

(deprivazione affettiva
speculazione edilizia, gentrificazione,
morte a medio e basso reddito…)
«Pánta rheî»

s’intravede l’autunno
in quella stratificazione di significanti,
nelle bianche nudità
della notte che abbandona la stazione al ralenti

sulla banchina le persone si scansano. le donne con la
borsa a tracolla gli passano accanto senza vederlo.
Si credono migliori delle loro madri solo perché hanno
quelle orribili borse, con cui sfilano sulla banchina affollata.
E le amiche, gli amanti, i parenti a cui danno appuntamenti
serali che verranno puntualmente disattesi.

 

***

il concetto di rapidità
è basilare in questa tecnocrazia
in cui l’uomo diventa speculare
al parco macchine;
così finisce per procrastinare
l’affetto e il fenomeno dell’obsolescenza
programmata
gli penetra nel corpo
alterando la durabilità
delle cellule

 

***

c’è bisogno di guardare
oltre, infondere nuovo
significato alle parole
c’è bisogno di operare nella logica
della value innovation
nel caso specifico,
la poesia va calcolata in base all’impaginazione
grafica, che non dovrà mai sconfinare
nel campo
della prosa, dove l’organizzazione
visiva è considerata accessoria

 

NB: Non è stato sempre possibile rispettare la grafica dell’originale. Ci scusiamo.