In anteprima da “Catechesi dell’abbandono” di Andrea Breda Minello, da poco uscito per Industria &Letteratura, presentiamo cinque poesie dalla sezione “Voci di un’antica e sempre nuova promessa”.
VOCI DI UN’ANTICA E SEMPRE NUOVA PROMESSA
Non c’è né Giudeo né Greco, non c’è né schiavo né libero, non c’è neppure maschio e femmina: tutti voi, infatti siete uno in Cristo Gesù e se siete di Cristo, siete quindi discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa.
(Galati 3, 28-29)
Un mondo da abitare anche a prezzo di un senso di «straniamento» rispetto all’ambiente abituale: la fede biblica non è «ideologia rassicurante» ma esperienza di inquietudine, esodo senza fine. […] Di qui la necessità di recuperare la fede sepolta accendendo sguardi nuovi, capaci di far emergere le potenzialità inascoltate del testo […]
(Lidia Maggi, Le donne di Dio – Pagine bibliche al femminile)
SARA
Hai riso incredula in piedi dietro la tenda
All’annuncio del Signore
Dopo aver impastato tre misure
Per il pane della promessa
Hai pensato all’ennesima beffa
Al tuo ventre sterile
Eppure nemmeno per un istante hai esitato
A servire l’Onnipotente
Nemmeno quando ti sei umiliata
Sotto il mantello regale del faraone
Nemmeno quando ti sei abbassata
A concedere la straniera tua serva
Per la prosecuzione della progenie
Eppure nemmeno per un istante hai esitato
Per paura hai negato ma infine hai creduto
Alla grandezza incommensurabile del cielo
E il tuo riso si è tramutato nell’allegria irrefrenabile della fede
AGAR
Il tuo pianto smarrito nel deserto
La voce del fanciullo sotto il cespuglio
Il terrore dell’abbandono
Sentenziano la condizione perenne d’esilio dell’uomo
Se non fosse per l’amore incondizionato di Dio
Che salva gli emarginati e i disperati
E offre loro la fonte inesauribile della grazia
TAMAR
Esempio di emancipazione
La donna
Che si ribella all’insana norma del levirato
E dimostra con il suo corpo la forza liberatrice
Dell’uguaglianza celeste
Tu
Non hai tremato dinanzi alla sentenza di Giuda
Non hai tentennato destinata al fuoco umano
Hai fatto valere la giustizia del cielo
Esibendo gli strumenti fatui del potere terreno
Un sigillo, un cordone, un bastone
Hai affidato la tua salvezza alla volontà del Signore
Che non distingue la donna dall’uomo
Nel sentiero del bene tracciato prima ancora del creato
LEA E RACHELE
Come due pecore, l’una mansueta
L’altra ribelle, vi siete contese
La terra fertile d’Israele
L’una dall’autorità imposta, dagli occhi spenti e semplici,
L’altra avvenente e giovane, desiderata fin dal primo
Incontro ai piedi del pozzo
L’una quasi trattata con indifferenza
L’altra con ardore aspettata e venerata
Il desiderio ha alimentato la vostra vita
Di odio che si è tramutato in strumento di ribellione
Contro il padre che vi voleva oggetti di scambio
Per accumulare denaro e bestiame
In questo modo avete abbandonato
La ricerca smodata dell’amore terreno
In comunione con lo Sposo
E siete diventate insieme le madri dell’umanità
HULDA
Solo una donna ha intimato il ritorno
Alla fedeltà esclusiva al Dio
Della Promessa
Contro l’apostasia e la costruzione
Ai falsi idoli di tabernacoli e templi
Solo una donna
Ha sentenziato e letto la volontà del cielo
Nel Libro della legge ritrovato
Nella casa del Signore
Contro la dispersione vana dell’incenso
Contro gli uomini consumati dal desiderio
Solo una donna
Ha predetto la desolazione e la maledizione
Di un popolo senza sepoltura
Solo una donna
È stata strumento di salvezza
Per il giusto sovrano che si è umiliato e ha pianto
Tornando ad accogliere la parola del Padre