Catechesi dell’abbandono

da | Apr 4, 2025

In anteprima da “Catechesi dell’abbandono” di Andrea Breda Minello, da poco uscito per Industria &Letteratura, presentiamo cinque poesie dalla sezione “Voci di un’antica e sempre nuova promessa”.

 

VOCI DI UN’ANTICA E SEMPRE NUOVA PROMESSA

Non c’è né Giudeo né Greco, non c’è né schiavo né libero, non c’è neppure maschio e femmina: tutti voi, infatti siete uno in Cristo Gesù e se siete di Cristo, siete quindi discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa.

(Galati 3, 28-29)

Un mondo da abitare anche a prezzo di un senso di «straniamento» rispetto all’ambiente abituale: la fede biblica non è «ideologia rassicurante» ma esperienza di inquietudine, esodo senza fine. […] Di qui la necessità di recuperare la fede sepolta accendendo sguardi nuovi, capaci di far emergere le potenzialità inascoltate del testo […]

(Lidia Maggi, Le donne di Dio – Pagine bibliche al femminile)

 

SARA

Hai riso incredula in piedi dietro la tenda
All’annuncio del Signore

Dopo aver impastato tre misure
Per il pane della promessa

Hai pensato all’ennesima beffa
Al tuo ventre sterile

Eppure nemmeno per un istante hai esitato
A servire l’Onnipotente

Nemmeno quando ti sei umiliata
Sotto il mantello regale del faraone
Nemmeno quando ti sei abbassata
A concedere la straniera tua serva
Per la prosecuzione della progenie

Eppure nemmeno per un istante hai esitato
Per paura hai negato ma infine hai creduto
Alla grandezza incommensurabile del cielo
E il tuo riso si è tramutato nell’allegria irrefrenabile della fede

 


AGAR

Il tuo pianto smarrito nel deserto
La voce del fanciullo sotto il cespuglio
Il terrore dell’abbandono
Sentenziano la condizione perenne d’esilio dell’uomo

Se non fosse per l’amore incondizionato di Dio
Che salva gli emarginati e i disperati

E offre loro la fonte inesauribile della grazia

 

 

TAMAR

Esempio di emancipazione
La donna
Che si ribella all’insana norma del levirato

E dimostra con il suo corpo la forza liberatrice
Dell’uguaglianza celeste

Tu
Non hai tremato dinanzi alla sentenza di Giuda
Non hai tentennato destinata al fuoco umano

Hai fatto valere la giustizia del cielo
Esibendo gli strumenti fatui del potere terreno
Un sigillo, un cordone, un bastone

Hai affidato la tua salvezza alla volontà del Signore
Che non distingue la donna dall’uomo
Nel sentiero del bene tracciato prima ancora del creato

 

 

LEA E RACHELE

Come due pecore, l’una mansueta
L’altra ribelle, vi siete contese
La terra fertile d’Israele

L’una dall’autorità imposta, dagli occhi spenti e semplici,
L’altra avvenente e giovane, desiderata fin dal primo
Incontro ai piedi del pozzo

L’una quasi trattata con indifferenza
L’altra con ardore aspettata e venerata

Il desiderio ha alimentato la vostra vita
Di odio che si è tramutato in strumento di ribellione
Contro il padre che vi voleva oggetti di scambio
Per accumulare denaro e bestiame

In questo modo avete abbandonato
La ricerca smodata dell’amore terreno
In comunione con lo Sposo
E siete diventate insieme le madri dell’umanità

 

 

HULDA

Solo una donna ha intimato il ritorno
Alla fedeltà esclusiva al Dio
Della Promessa

Contro l’apostasia e la costruzione
Ai falsi idoli di tabernacoli e templi

Solo una donna
Ha sentenziato e letto la volontà del cielo

Nel Libro della legge ritrovato
Nella casa del Signore

Contro la dispersione vana dell’incenso
Contro gli uomini consumati dal desiderio

Solo una donna
Ha predetto la desolazione e la maledizione
Di un popolo senza sepoltura

Solo una donna
È stata strumento di salvezza
Per il giusto sovrano che si è umiliato e ha pianto

Tornando ad accogliere la parola del Padre