Casa nell’acqua

da | Ago 4, 2014

BATTESIMO

Bimbo caro, la perfezione è in acqua e non in cielo
ti immergi e ti accoglie fra le braccia
si fa conoscere
se ti lasci andare ti protegge
sospende l’obbligo di respirare.

La paura è attutita come la luce
mentre il suono dilegua
il girare del mondo
è qualcosa che rimane in superficie.

Dentro madre acqua non sei bagnato
non sei sbagliato
e il granchio sul fondo non ti aspetta
continua la ricerca di cibo
attento a non lasciarti l’iniziativa di prenderlo.
Portati eretto
sulla terraferma
sveglio al tocco della chela.

*

BUIO

Ricordo, era come un flash all’incontrario.
La visione scomparve,
in corridoio, un tunnel senza uscita
un pozzo di Alfredino,
Ferma, aspettando di svegliarmi dal blackout.
Tempo dopo sulle strisce strada,
una di quelle larghe a scorrimento veloce
nella periferia di una città
scatta l’interruttore il semaforo
tutto scompare
passi fatti da continuare a fare
poco tempo
quale direzione per evitare il crack?
Il buio è stato ricacciato nelle viscere,
fuori si affaccia l’immagine del mondo,
quel buio o questa luce?
disperati
brancolano nella luce, accecati
morire in mare, su una strada o nel deserto è sempre lo [stesso buio
devi provare ad andare avanti
sarà compito delle macchine fermarsi.

*

Bisognerebbe avere il coraggio e la spregiudicatezza
di camminare sempre scalzi.
Non importa se la via sia lastricata di marmo
o sporca di fango
perfino se fosse coperta di pietrine pungenti
bisognerebbe procedervi sopra autenticamente.

Capitano le cose più vere a contatto con la terra.
Tocchi le paure
capisci i limiti.
Gli antidolorifici anestetizzano
così le scarpe ti sollevano.

Non ama nulla e nessuno fuori di sé?

*

Fra tutti i fiori
il papavero è quello in cui mi identifico di più
uno stelo spinoso che non punge
debole e senza foglie
petali dal colore acceso e sgargiante
che cadono al primo soffio di corrente.

Vive in un prato suo
al riparo dalla vita
in un vaso da tavolo.
All’aperto guarda il cielo,
la sua anima avvelenata
che avvelena chi la beve
senza volare e senza bruciare
vorremmo amare ed essere amati.

*

Vivo in mezzo alla corrente marina
la cullo, la studio, la mangio
battere e ribattere sugli scogli
fino a consumazione.

Cerco di prendere le distanze, non affogare
dove si arriva così, miei cari novelli morituri?

*

Un riverbero di luce
accarezza la foglia di una pianta sul balcone.
Dal vegetale rimbalza contro la pietra del pavimento
e quasi si alza eretto sul muro.
Un eco felice che entra in casa
richiama l’occhio senza presentarsi.

Nella stanza corrono altre ombre
con cui gioca sovrapponendosi
disegnando un fiore dai petali tutti diversi
nella forma e in vivacità.
Intravedo una danza di corpuscoli
confusi e distratti
salgono, scompaiono, tornano
forse cantano e le antenne sensibili di farfalle delicate
intercettano la loro melodia
e magari anch’io sono una farfalla
almeno con loro.

Immagine: Luigi Ghirri – dalla serie Paesaggio italiano.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).