Cinque poesie da “Campo aperto” di Bernardo De Luca, uscito nella collana “A27” di Amos edizioni.
CAMPO APERTO
Quanto di noi resta e si appresta
a un giorno pieno.
I dispositivi spenti illudono
ci sia un altro tempo nel tempo:
le bambine mettono fiori nelle pentole
gioco o rito che non va decifrato
che non celebra niente
che non significa niente
mentre ci arresta una paura di noi.
Puoi dirlo quel senso di avvicinamento
che ti spinge giorno dopo giorno?
Un campo aperto, privo di alberi,
un campo vuoto, lo sguardo.
TOTALITÀ
Qual è il momento, quando finisce l’ansia
e dal pavimento s’alza il desiderio.
Fuori solo bestie che passano,
una lunga notte di attività umane ridotte:
questa è l’immagine di una vita senza spreco.
Puoi veramente ricordarlo?
A pochi metri dal tavolo, tutto dispiegato
in un dispositivo,
un unico me moltiplicato
preso da tutti, ignaro di tutto.
ERACLITO
Ore di piccole violenze, minuti.
Le osserviamo con attenzione: un foglio
sottratto, l’urlo in strada
inaspettato, un bambino
messo al buio.
Costruiamo un quadro ampio,
c’è una ragione che spieghi.
Altrove
più grandi se ne consumano, ora.
Le telecamere di sorveglianza
hanno registrato la passeggiata solitaria
del ragazzo. Prima di uscire
ha cancellato i file dal computer,
le conversazioni in chat:
le relazioni come le conosciamo.
Ma non è della fine il pensiero,
nel corpo carbonizzato senza inneschi,
è nei minuti del silenzio, nei passi
che risuonano e la telecamera non accoglie.
Tutto non è inevitabile.
TRAPASSATO
Rifiuto dei rifiuti, oggetto trapassato tu stesso:
l’ombra che mi ritorna dallo specchio
sfugge al perimetro del suo luogo
e s’impossessa dei miei spazi, estorce
ad uno ad uno gli angoli di casa
di stanza in stanza colmando di sé
pavimenti, pareti e soffitte.
Passeggia indifferente tra le camere
e la notte mi veglia muto a letto
l’individuo che non torna al vetro.
Gli innumerevoli frammenti sparsi
a terra formano le incomponibili
schiere di me stesso, inerti saranno
cumulo. Custodisce minacciosa
la sua vita l’ombra che non vuol vedersi.
DESIDERIO
Quando ci sei e non esisti.
Se ti vedo,
e la forma si sbriciola nei contorni
del tuo fantasma. Se scompare
la tua voce come alito.
Non sei.
Quanti dialoghi ai tuoi occhi
sono suoni di nessuno.
A chi mi confesso
se più ti stringo e più sento
che mi manca il corpo?