Un vuoto d’aria

da | Nov 8, 2021

Esce oggi la raccolta postuma di Carlo Bordini “Un vuoto d’aria”, nella collana “Lo Specchio” Mondadori, a cura di Francesca Santucci e con un saggio di Guido Mazzoni. Pubblichiamo il testo di apertura, “Assenza”.

ASSENZA

Provavo per te come una specie di nostalgia
come se tu non ci fossi
e questa mancanza era più dolce della presenza
un ricordo può darsi,
una presenza che è assenza e che per questo sembra presente
come se la presenza fosse infinita e non possa convertirsi in assenza
ciò che è stato può non ripetersi ma è come se si ripetesse
o non è necessario che si ripeta per ripetersi non ancora ma sempre
il presente è ghiacciato
il ricordo non è più necessario
ma incombe
esso è presente infinito e quindi continua assenza
presenza non necessaria ma comunque presente
presenza
presenza nell’assenza che è dolce come la presenza
esperienza presente ma ormai non più ripetibile
presenza immobile e dunque come fosse eterna
senza la necessità di una conferma il tempo dunque non esiste più
l’amore eterno è un amore senza tempo senza ripetizione
è come l’assenza
il cristallo divino del presente non può essere contaminato dalla presenza
è ricordo infinito e quindi assenza
non ha nostalgia e non può avere rimpianto
non può non essere e quindi è
prego che tu non ritorni per farmi finire queste righe
quando tornerai si fermerà
morirà la magia della presenza e assenza
il presente non sarà più assente e quindi morto
il foglio finito
il ricordo diventerà trance
avverrà una rivelazione improvvisa
la ragnatela del tempo si lacererà
tutto sarà movimento millimetrico
mistero o oblio
non ricorderò più nulla di ciò che ho ricordato
il presente banale sarà morte e il nulla
il ricordo dormirà sopra il cuscino
cristallo infinito che può muoversi senza essere presente e avere presenza alcuna
assenza che è cristallizzazione dell’essenza
e morte.

morte divina che non ha bisogno di presenza
foglio che si stacca come se fosse l’ultimo
il quattro è il simbolo della morte secondo i greci
perché dopo il tre tutto è compiuto
e questo è il foglio numero quattro e quindi morte
una morte che non può morire perché morendo diverrebbe punto d’arrivo
punto d’arrivo che non può non deve esserci perché il ricordo è eterno
tutto è finito ma tutto non è finito e il presente è ghiaccio ghiacciato
come l’insetto nell’ambra
e l’immobilità del presente richiama il bisogno del sogno dell’assente
il vuoto è sogno è assente
è presenza vera e unica unica presenza vuota
spogliata del punto d’arrivo
il maratoneta corre in eterno per non esser morto quando si fermerà arriverà il punto di arrivo
e tutto diverrà vuoto
presente vuoto casuale non eterno assolutamente
e l’insetto imprigionato nell’ambra si sveglierà e desidererà nuovamente dormire
il maratoneta sa che vive in un sogno e che non deve assolutamente giungere al traguardo
delle brioches tutto è divino tranne l’orrendo banale striscione di arrivo banale
la sua corsa è continua assenza fuga egli fugge non corre non gareggia non partecipa alla gara
lo striscione di arrivo le fanfare le odia, egli 
vorrebbe non arrivare
e sa che il suo arrivare è la sua condanna la fine del sogno la fine dell’assenza il ritorno al banale
egli odia i discorsi del sindaco l’arrivo le fanfare dell’arrivo
egli non vuole assolutamente essere intervistato.
non vuole assolutamente che qualcuno frughi il suo sogno
e lo deturpi con le sue parole
vuole essere solo l’assenza è una presenza continua.
come il maratoneta che corre e vorrebbe che questa corsa fosse eterna
per non tornare all’assenza del presente
per poter ricordare
per non dover ripetere
per non dover sfidare il presente paragonandolo al suo ricordo
non vuole brioches non vuole la gloria
per favore lasciatelo correre
lasciatelo pensare al momento magico che non si ripeterà perché è magico
nel ricordo è magico nel ricordo non era magico è magico solo nel momento che lo sogno correndo
il presente è assente quando arriverà si distruggerà perché non è ricordo
il maratoneta odia il presente l’orologio con cui controlla il tempo
è finito