La vanga dell’archeologo
affonda dentro alloggi
da tempo abbandonati,
dissotterrando evidenze
di costumi che nessuno
ormai si sognerebbe di tenere,
cose su cui non ha molto
da dire che possa poi provare:
il fortunello!
Forse la conoscenza ha i suoi vantaggi
ma, vuoi mettere?, supporre
diverte sempre più che sapere.
Sappiamo che l’Uomo
da affetto e paura
ha tratto in ogni epoca il culto dei morti.
Quanto disfece una città,
effusione vulcanica,
oltraggio fluviale,
o umana orda
ansiosa di servi e gloria,
è palese alla vista,
e siamo quasi certi
che appena fatti i luoghi
i signori loro,
pure ubriachi di sesso
e blanditi dall’adulazione,
cacciarono sbadigli.
Ma scorte di grano rivelano
un anno di carestia?
Dove una serie numismatica
si estingue, dovremmo dedurre
qualche enorme catastrofe?
Forse. Forse.
Da statue e murali
abbiamo idea di quello a cui
gli Antichi si inchinavano
e non possiamo, però, immaginare
in quali evenienze arrossivano
o scrollavano le spalle.
Miti: questo ci hanno ammannito i poeti;
ma come ne sono venuti in possesso?
E’ un fitto mistero…
Al rombo del tuono davvero
credevano i Vichinghi
che Thor vibrasse colpi di martello?
Non direi; giurerei
che sempre gli uomini si sono cullati nei miti
come fossero frottole,
che il vero scopo
era fornire pretesti
a gesti rituali.
Solo nei riti
possiamo svestire ogni stranezza
e infine compierci.
Non che ogni rito
si debba ugualmente apprezzare:
ve n’è di abominevoli.
Niente gradirebbe
di meno il Crocifisso
che una strage per placarlo.
Dall’Archeologia
una morale, almeno, si può trarre,
che cioè tutti
i libri di scuola ci mentono.
La cosa che chiamano Storia
nulla ha di glorioso,
composta com’è
dall’estro criminale che ci abita.
Il buono, quello è senza tempo.
Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).