Apolide

da | Feb 21, 2022

Sei poesie in anteprima da “Apolide” di Mary Barbara Tolusso, in uscita per “Lo Specchio” Mondadori. 


Di nulla possiamo lamentarci.
Ci siamo fatti largo nell’angusto
passaggio verso la feritoia
per decidere, infine, un attivo
controllo della respirazione.
È una quiete distesa dove
ognuno conduce, senza volerlo,
questo leggero movimento del corpo
con silenziosa, commossa
partecipazione dal terzo pianeta del sole.

 

*

La stagione si appendeva agli alberi in una sconcia
confidenza con la terra. Era il giorno fedele ai nomi,
disegnavo quattro corpi sulle buste delle lettere,
perché la vita poca e tu scomparso eri un luogo intero.
Lo vedi questo cielo impasticcato? Allucinato
verso un bianco crudele che è il bianco
delle palpebre, il bianco della gola quando
qualcuno ha detto «Adesso è pronto». Ma
io non ci credo, nessuno  
è pronto, un istante sulla Terra, nessuno
è pronto, era nostro il perfetto insieme, il tuo nome,
la finestra aperta, amore mio cosa sta accadendo?
Cosa deve avvenire? Questa morte non esiste.

 

*

Del resto, e per una quantità di ragioni
nessun periodo del passato ci è tanto
ignoto quanto i due o tre decenni
che dividono i nostri vent’anni
da quelli di nostro padre. Perciò 
può essere utile ricordare che nei tempi
cattivi si fanno orribili abiti e pessime
poesie seguendo gli stessi principi
dei tempi buoni; e che ogni giovane
uomo si impegna a distruggere i buoni
risultati di un’epoca nella convinzione
di migliorarli. Sempre, invece, hanno
adorato il sole, la salute e il culto
degli eroi non è mai stato chiamato
“sottouomo”. Ma stavolta, diciamolo,
le cose si mettono al meglio,
c’è uno spirito di riforma e di felice
coscienza. I tempi non sono più 
quelli del babbo, uno sboccio,
un’aurora, una piccola resurrezione.
Non si sentono cani ululare, né si vedono
palizzate sulle strade. Oltre la siepe
un’orma stanca risale, brilla sola.

 

*

La gioia di sapermi al riparo, ma non fu riparo allora
la nostra vocazione di baciarci sotto
le lenzuola. Di giorno ti aggiri davanti
al mondo imbecille e pensi e muori.
La gente parla, spiega, quello che fa il pittore in via Boltraffio,
l’altro che ha messo in piedi una cantina, c’è anche chi ha fatto
la galera, chi ha tentato il suicidio mentre cade
la sera ti ucciderei io se potessi, ti caverei gli occhi
sul letto, l’imperfezione, il difetto
di quella stanchezza metrica d’infanzia
non temere… non durare…

A volte penso che l’amore assomigli a quelle cose,
che deve assomigliare a qualcosa che muore.

 

*

Non che me ne importi molto, ma alle
dieci di sera, alle tre, alle quattro del pomeriggio
arrivava sempre gente un po’ speciale.
Nell’ufficio, intonacato di nuovo,
con la voce di grondaia li sentivo
fare conti, li sentivo singhiozzare
la cena, così, di colpo, nessuno
se lo aspettava, oppure la versione malattia, quante
cose difficili da nominare, alla fine,
si capisce, è stato meglio, non c’era terapia.
Ma io dico che da qui, da questo preciso spazio
non ce n’è uno che parli davvero, che queste
cose succedono agli altri, negli intervalli
più soffocati, quasi invisibili, il cuoco,
l’impiegato, il suicida, il povero diavolo
con due figli da crescere. Ce n’è una schiera
tutti i giorni di gente che non sa con chi stare,
da che parte ci tirano le ombre, se bisogna vivere
con i vivi o con i morti.

 

*

Passo di stanza in stanza
chiedendomi dove sono finiti
gli slip dell’anno scorso.
Mangio uno yogurt mentre alla radio
danno l’ouverture di Bach.
Tutti sappiamo più di quello che fingiamo di sapere
e vorremmo vivere a Malibù  con il culo al caldo.
Per ora ascolto un’orchestra sinfonica
che è più di quanto si possa sperare.
_________________________Nel giardino di fronte,
la famiglia cuore
cerca i pezzi della piscina smontabile
e accende il barbecue per riempire il cielo di maiale arrosto.
Anche loro non trovano qualcosa ma hanno
tutte le mutande al loro posto.
È un quadro orribile
ma è una storia bellissima.

Mary B. Tolusso vive tra Trieste e Milano. Ha pubblicato le raccolte poetiche "L’inverso ritrovato" (Lietocolle, 2003), "Il freddo e il crudele" (Stampa2009, 2012), "Disturbi del desiderio" (Stampa 2009, 2018) e i romanzi "L’imbalsamatrice" (Gaffi, 2010) e "L’esercizio del distacco" (Bollati Boringhieri, 2018). Ha tradotto Giacomino da Verona per il volume "Visioni dell’aldilà prima di Dante" (Mondadori, 2017). Ha vinto il Premio Pasolini (2004) e il Premio Fogazzaro (2012).