In anteprima dal volume Poesie di Alberto Moravia, a cura di A. Grandelis (Bompiani, 2019), pubblichiamo in sei poesie.
La mia vita per l’Italia
Sono capitato
male
in un paese
degradato
di poveri
senza dignità
e di ricchi
senza cultura
Dai poveri
mi divide
l’orgoglio
dai ricchi
la verità
Far parte
di una siffatta
società
è un danno
esserne esclusi
non è una fortuna
Ma non ho
che una vita sola
da vivere
e la storia
non concede
scelte.
Le monete false
Il mio fantasma
di scrittore
rassomiglia
a me
come una moneta
falsa
rassomiglia
ad una moneta
vera
Ma in giro
non ci sono
che monete false
quelle vere
stanno chiuse
in sotterranei blindati
Ah venga la poesia
e faccia saltare in aria
quei forzieri
e ne sparga
i tesori
ai quattro venti.
Letterato
L’avvenire
è oscuro
come una notte
illune
e senza stelle
ho il presentimento
che le cose
peggiori
accadranno
quando non avrò
più forza
essendo vecchio
e stanco
vorrei essere giovane
come durante
il dopoguerra
e attraversare
la vita
senza accorgermi
di nulla
la testa avvolta
nel sogno
della buona
letteratura.
Il sogno
Hitler
Mussolini
quante volte
mi avete
fatto sognare
di essere invisibile
Entravo
in portoni
tra sentinelle
che non mi vedevano
salivo scale
giravo per sale
non visto
da camerieri
ed uscieri
Alla fine
vi trovavo
in fondo
ad un salone
solenne
allora afferravo
un candelabro
un attizzatoio
un poggia carte
prendevo la mira
e vi fracassavo
il cranio
Modelli
per milioni
siete stati
il prezzo
assai caro
che abbiamo pagato
per l’educazione
politica
delle masse
Siete morti
ma noi continuiamo
ancora oggi
a pagare
il prezzo
Chissà perché
ci sono
le masse.
Kennedy e le onde del mare
Ho visto
in un film
Kennedy
scendere
dalla macchina
e poi avvicinarsi
verso un gruppo
di persone
quindi l’ho rivisto
di nuovo
scendere
e avvicinarsi
più
e più volte
e ogni volta
Kennedy
diventava
più assurdo
e più ridicolo
pupazzo
automa
marionetta
senza fili
morto
vivente
zombie
cadavere
ambulante
Adesso guardo
al mare
attraverso
il vetro della
finestra
È una giornata
di vento
le onde si inseguono
identiche
vanno a morire
l’una dopo l’altra
sulla spiaggia
sempre uguali
e sempre diverse
Le guardo per ore
non mi sfiora
la mente
che il loro continuo
avvicendarsi
sia assurdo
o ridicolo
si ripetono
come Kennedy
ma invece di
di ispirare
come lui
una sensazione
di banalità
insignificante
fanno pensare
all’eternità
La natura
per fortuna
non è umana
fa bene
quello che fa.
La preistoria
Una ragazza
sotto la duna
con le gambe
divaricate
che aspetta
a pelo aperto
che il compagno
le si stenda
sopra
la luce
sfasciata
risplendente
del sole
sulle onde
sconvolte
dal vento
un jet
che buca
il cielo
con insensata
violenza
in quale preistoria
avvengono
queste cose
sarebbe ora
di saperlo.
Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).