A un poeta che non ama marzo

da | Mar 18, 2014

A UN POETA CHE NON AMA MARZO

Sono i giorni di marzo che detesti
la luce, il vento, gli ammassi nuvolosi
l’azzurro cristallo ove ti specchi
spettinato, stravolto.
E il vero perché della tua ira
risiede nelle grandi
partite di vento accatastate
in otri, sui docks, nei porti, negli scali
nei cassetti, nel cuore, nello struggente
sibilo della tua penna.
Consideri marzo un concorrente.

*

NIENTE

È questo che porti arrotolato
con cura, piegato
in quattro, alla rinfusa
sgualcito spiegazzato
ficcato ovunque
negli angoli più oscuri.
Niente da dichiarare
niente
devi dire niente.
Il doganiere non ti capirebbe.
La memoria è sempre contrabbando.

*

A QUESTO PUNTO

A questo punto si giunse
chinati per terra a ringraziare
che il tuo fiato giunga
ai granelli di polvere
alle molecole celesti
che umilmente muova
una piccola dinamo d’amore.

***

Sono ormai parecchi anni che Bartolo Cattafi è del tutto assente dalle librerie, comprese quelle più fornite: per trovare le sue opere si è costretti a rivolgersi al circuito del modernariato o a cercare sul sito di “e-bay”, dove le raccolte più importanti del poeta siciliano arrivano ormai a costare cifre esorbitanti. Cattafi rappresenta difatti una delle più evidenti (e ingiustificabili) lacune dell’editoria letteraria italiana, anche e sopratutto se si tiene conto delle numerose traduzioni apparse all’estero, persino negli Stati Uniti, dove l’attenzione nei suoi riguardi è stata sancita, ultimamente, dall’inclusione nell’antologia Book of twentieth-Century Italian Poetry, curata da Goeffry Brock per il prestigioso editore newyorkese Farrar, Straus and Giroux. Da noi, invece, nonostante la crescente attenzione della critica degli ultimi decenni (da Raboni a Baldacci, da Savoca a Ramat, fino ai recenti e importanti studi monografici di Maccari e Prandi), non sembra ancora esserci il terreno fertile per un adeguato rilancio editoriale di Cattafi.

Appare quindi più che mai utile e opportuna l’iniziativa, promossa da Ada ed Elisabetta Cattafi, di realizzare un sito internet sul poeta (www.bartolocattafi.it). Il sito, esemplarmente curato da Diego Bertelli, rappresenta una vera e propria miniera di informazioni, materiali e documenti, in buona parte ignoti anche ai più consumati conoscitori di Cattafi. Fondamentale è la sezione “Biografia”, che costituisce, ad oggi, la cronologia più dettagliata e approfondita delle opere e i giorni del poeta. Essa si basa non solo su fonti già note, ma anche su carteggi, diari e documenti personali di varia natura conservati nell’Archivio privato dello scrittore e ancora interamente inediti. Tra gli inediti cui si fa riferimento c’è un’interessante autopresentazione dattiloscritta, probabilmente un abbozzo per una scheda bibliografica, il cui incipit recita così: «Bartolo Cattafi, nato a Barcellona (Messina) il 6 luglio 1922. Studi classici, laurea in giurisprudenza. Non ha esercitato la professione perché già nel periodo successivo alla laurea ha sentito l’inclinazione a un’attività più varia e più libera, dati i suoi prevalenti interessi letterari». Bastano queste poche righe per comprendere che ci troviamo di fronte a un inguaribile outsider, a un uomo che non avrebbe mai potuto (o voluto) ridurre la sua vita ad una professione. Nel corso della sua esistenza (per un non breve periodo, nomade e quasi avventurosa: il poeta viaggiò a lungo in Europa e soggiornò anche in Africa), Cattafi non ebbe mai un lavoro fisso, e la stessa attività poetica fu per lui una vocazione ben più che un mestiere: «Non mi riesce di capire il “mestiere” di poeta, i ferri, il laboratorio di questo mestiere. Quella del poeta è per me una pura e semplice condizione umana, la poesia appartiene alla nostra più intima biologia» (come ebbe a dichiarare in una testimonianza raccolta da Giacinto Spagnoletti per una celebre antologia poetica del 1959).

Lo stesso percorso poetico di Cattafi è tutt’altro che lineare: dopo le prime raccolte poetiche (che culminano nel capolavoro del 1964, L’osso, l’anima), egli trascorre più di otto anni senza scrivere alcunché; per poi ricominciare improvvisamente a comporre liriche, «come morso da una tarantola», in una storica mattinata del marzo 1971: da quel momento in poi avrebbe continuato a scrivere quasi ininterrottamente fino alla morte (avvenuta nel 1979), pubblicando ben nove volumi, tra plaquette e raccolte più organiche. Tant’è che per la poetica di Cattafi sembra davvero necessario rievocare un concetto oggi considerato anacronistico o tardo romantico, cioè l’ispirazione, da intendersi platonicamente come enthousiasmòs. All’attività letteraria, Cattafi affiancò anche la pittura (i critici, del resto, hanno interpretato spesso la sua poesia in chiave pittorica): il sito documenta questo aspetto meno conosciuto della creatività di Cattafi con un’ampia rassegna di riproduzioni delle sue opere grafiche. Un’altra sezione (“Mediateca”) propone invece interessanti trasmissioni e interviste, che permettono di riascoltare la viva voce del poeta: tra queste spicca una conversazione televisiva con Vittorio Sereni, trasmessa nel canale della Svizzera italiana in occasione dell’uscita di Marzo e le sue idi (1977). Il sito offre inoltre la bibliografia completa delle pubblicazioni cattafiane (“Opere”), vari ritratti fotografici (“Immagini”) e una biblioteca telematica (“Leggi”). Quest’ultima è particolarmente utile perché consente di visualizzare le sovraccoperte delle raccolte cattafiane e di scaricare una significativa selezione di liriche tratte da ognuna di esse. In attesa di una ristampa, si spera complessiva, dell’opera poetica di Cattafi, non si potrebbe chiedere di meglio! [questo articolo è uscito su “Alias/ il manifesto”]

Raoul Bruni

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).