Sempre rischiando assurdità
e morte
ogniqualvolta si esibisce
in alto sulle teste
della sua platea
il poeta come un funambolo
scala rime
fino all’altissimo filo fatto di sua mano
e in equilibrio sulla trave degli sguardi
al disopra di un mare di facce
passo passo arriva
all’altro capo del giorno
eseguendo capriole
e trucchi di prestipiedazione
e altri eccelsi istrionismi
e tutto senza prendere
niente
per quel che non può essere
Perché lui è il super-realista
che deve per forza percepire
la verità tesa
prima di prendere qualsiasi posizione o fare un passo
nel suo presunto avvicinamento
a quella piattaforma ancora più alta
dove Bellezza sta e aspetta
con gravità
di spiccare il salto che sfida la morte
E lui
omuncolo chapliniano
che forse afferrerà o forse no
quella leggiadra forma immortale
che si libra a braccia aperte nell’aria vuota
dell’esistenza
(Traduzione di Damiano Abeni e Moira Egan)