Non solo le cose in sé, il come appaiono,
anche i significati che da un pezzo
hanno possono volgersi
all’irrappresentabile.
Guarda: un mandorlo
in fiore, scoperto in un angolo
del Giardino botanico, non è solo un topos
in un Lied, in una poesia d’amore,
è bensí anche pura materia organica.
Guardata da vicino, su scala minima,
invisibile all’occhio e al microscopio,
è una danza di bolle fatte di particelle da nulla
in un astratto – detto tempospazio
dalla nuova fisica, che nel tutto pone tutto
in relazioni di zero virgola nulla:
una struttura curva, a quattro dimensioni.
Se la parola è bolle, è momento
e non solo metafora che in un attimo esplode.
Ogni mandorlo è una schiuma di quanti.
(da “Schiuma di quanti”, traduzione di Anna Maria Carpi, 2021)