Se a te mi toglieranno
prima ch’io non credessi,
creatura mia, ripensa con letizia
che vissi e che t’ho amato.
Sappi che il tempio è pronto
solo quando lo spazio lo ricolma
fino all’eco dell’ultima vetrata.
Non soffierà da gola di fontana
secca tosse di vento,
che tutta l’acqua non sia già stillata
fino all’estrema goccia della Grazia:
se quanto basti a un grembo di conchiglia,
o totale battesimo,
questo – figlia – da Lui già calcolato.
(da “La folle tentazione dell’eterno”, a cura do Paolo Lagazzi e Caterina Raganella, nota filologica di Laura Toppan e Ambra Zorat, Interno poesia, 2022)
Fernanda Romagnoli, nata nel 1916 a Roma da una famiglia piccolo-borghese, si diplomò alle magistrali e poi in pianoforte all’Accademia di Santa Cecilia. Sposatasi con Vittorio Raganella, militare di carriera, visse sempre accanto a lui e alla loro unica figlia Caterina lavorando come maestra elementare. Gravemente malata per molti anni, morì nel 1986. Le sue poesie, pubblicate tra il 1943 e il 1980 in sole quattro raccolte ("Capriccio", "Berretto rosso", "Confiteor" e "Il tredicesimo invitato"), sono testi altamente drammatici, segnati da un’intensità visionaria, da una passione mistica e tragica unica nel Novecento italiano.