Un compositore classico-elettro-minimalista islandese, il cui ultimo album è fondato sul consiglio letterario della traccia 5 di questa playlist, consiglia Sebal.
Jóhann Jóhannsson (compositore)
Gli anelli di Saturno, di W. G. Sebald
Un mio amico mi ha consigliato questo libro qualche anno fa. Ho impiegato molto tempo per leggerlo. Volevo farlo durare, come un sogno che non volevo finisse, e da allora vi sono tornato regolarmente. È una sorta di diario di viaggio, un cammino e un libro sulla memoria e la sua labilità, che tesse assieme l’ordinario con il favoloso e monumentale. Parla molto di imperi, rovine e decadenza, di grandi progetti falliti e di villaggi vacanze abbandonati, e fari malmessi. Parte per la tangente come fanno i sogni. Mi ha ricordato uno dei miei film preferiti, Sans Soleil di Chris Marker.
Il pezzo migliore? Un brano molto bello è quello in cui l’autore ricostruisce un programma radiofonico della BBC ascoltato nel dormiveglia su Roger Casement, il crociato antischiavista che rivelò gli abusi coloniali del Belgio in Congo, e fu successivamente processato e giustiziato per tradimento a causa del suo ruolo nella Rivolta di Pasqua irlandese.
Ho letto il libro a Copenhagen, dove vivo, ma l’ho sempre portato con me in viaggio. Sebald è un ottimo compagno di viaggio. C’è chiaramente un tono e un tipo di malinconia nel libro che esiste anche nella mia musica, così come l’attrazione per tutto ciò che è rovine e decadenza. Il modo in cui i suoi temi si irradiano in varie direzione ma hanno ancora un centro sonoro è simile a quello che ho provato a fare nel mio album Fordlandia.
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Jóhann Jóhannsson è nato a Reykjavik nel 1969. È musicista, compositore e produttore discografico. Ha fondato il collettivo d’arte Kitchen Motors, che è anche un’etichetta discografica: da qui sono nati gli Apparat Organ Quartet. Jóhannsson ha lasciato la band nel 2012, ma continua a comporre musica come solista.
Tiziana Scalabrin
Mario de Laurentiis (Napoli 1969 – Segrate 2666).