Forse non sapete chi sia Mocky, e il libro che ha scelto non è mai stato tradotto in italiano, ma può capitare a tutti di dover mettere le proprie cose in una valigia per andarsene lontanissimo da casa, magari anche a Los Angeles.
A giugno le traduzioni dalla riviste estere si trasformano in una nuova rubrica.
Secondo gli editor della rivista londinese Five Dials, se siete come loro, e come noi, vi capita di passare parecchio tempo guardando video musicali, esibizioni dal vivo riprese con mani malferme, e una volta o l’altra vi siete detti “sì, tutto molto bello: ma questa gente cosa legge?”
Perciò hanno chiesto ad alcuni musicisti di parlare del loro romanzo preferito, e del loro brano preferito del romanzo preferito.
The History of Forgetting. Los Angeles and the Erasure of Memory, di Norman M. Klein
Questo libro è una raccolta di docu-favole e interviste che esplorano la storia di Los Angeles: i cicli di gentrificazione e immigrazione, la riqualificazione del trasporto pubblico, il modo in cui vengono rasi al suolo interi quartieri. Ha un significato speciale per me in questo momento perché mi sono appena trasferito a Los Angeles da Berlino, che è a sua volta una città con i propri quartieri demoliti e ricostruiti, dove ho vissuto per dieci anni. Questo trasferimento ha compreso molti degli stessi adattamenti descritti nelle storie di questo libro. Il mio monolocale a Berlino è stato trasformato in un parcheggio a poche settimane dalla mia partenza, e il quartiere dove vivevo sta cambiando così velocemente che è a malapena riconoscibile. Sto cercando di costruirmi una nuova vita fuori dal romanzo del possibile “potrebbe essere” in una Los Angeles che si trova in un’America che assomiglia ad un impero in rovina. Le innumerevoli storie sul reinventarsi descrivono Los Angeles come un mondo molto simile a Berlino, dove ci si può costruire la propria realtà e vivere dentro una bolla. The History of Forgetting è stato d’ispirazione per me quando con la mia compagna e nostro figlio di 22 anni abbiamo fatto le valigie e ci siamo lasciati alle spalle il mondo comodo, lo stile di vita bohemienne degli artisti europei, e ci siamo reinventati da capo , questa volta come una nuova scuola di pionieri dell’era digitale diretti verso un’America post sogno americano. Il mio pezzo preferito è il capitolo intitolato ‘Storie in un inglese che non parlo’ . Parla di un emigrato vietnamita benestante che descrive la sua vita in Vietnam durante la guerra, e le difficoltà che lui e la sua famiglia hanno dovuto affrontare per integrarsi nella società americana. Dopo innumerevoli orrori e dopo aver vissuto cose che la maggior parte di noi non vorrebbe nemmeno immaginare, finisce a LA e trova ancora dell’ottimismo per parlare del potere delle capacità ipnotiche di Los Angeles:
“Ora parlo inglese abbastanza dignitosamente da poter stare alla cassa di un benzinaio. Schiaccio i tasti con l’entusiasmo di un pollo in una teglia . Alla finestra , vedo giovani uomini che hanno circa l’età di mio figlio, e ammiro la loro grazia , e le loro macchine nuove. Io che arrivi la donna giusta. Ho preparato un discorso per lei.”
Giorni dopo, Mocky ha inviato un frammentario seguito via email:
ciao amico,, devo essere breve perché sto per prendere l’autostrada con moglie e figlio,,, ma avevo comprato il libro durante un viaggio a LA l’anno scorso e me lo sono riportato a berlino, ho iniziato a leggerlo in volo e mi ha preso un sacco e non riuscivo a chiuderlo,, c’è una foto di LA in copertina presa dall’osservatorio griffith,, e noi abbiamo una foto di famiglia della nostra prima volta là con esattamente lo stesso sfondo,,,
spero vada bene
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Mocky è nato nel 1974 in Canada. Compone e produce musica, e ha collaborato con moltissimi artisti. L’ultimo album solista, Saskamodie, è uscito nel 2009 per la sua Mockyrecordings. Dopo essersi trasferito a Los Angeles, nel 2013 ha pubblicato l’EP Graveyard Novelas (The Moxtape Vol. 1).
Tiziana Scalabrin
Mario de Laurentiis (Napoli 1969 – Segrate 2666).