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Un altro tempo
Per noi come per gli altri esiliati,
come per gli incontabili fiori che non sanno contare
e tutti gli animali che non devono ricordare,
è oggi che viviamo.
Tanti provano a dire Non Ora,
tanti hanno dimenticato come
si dice Io Sono, e si sarebbero
persi, se avessero potuto, nella storia.
Per esempio, chinandosi con grazia tanto antiquata
alla bandiera giusta nel posto giusto,
borbottando come vecchi mentre s’arrampicano per le scale
del Mio del Suo o del Nostro e del Loro.
Proprio come se il tempo fosse quel che volevano
quando ancora era dato in dono e in possesso,
proprio come se avessero torto
a non desiderare più d’appartenere.
Nessuna meraviglia se tanti muoiono di dolore,
tanti sono così soli quando muoiono;
nessuno ha ancora creduto o gradito una bugia:
un altro tempo ha altre vite da vivere.
(trad. it. di Gilberto Forti)
“Saggio è chi resta libero…”. Su Giovanna Bemporad
Giovanna Bemporad si è sottomessa con il riguardo e la contentezza d’un monaco al comando di Callimaco, Μέγα βιβλίον ἲσον τῷ μεγάλῳ κακῷ, cioè conservarsi in un libriccino perfetto, piuttosto che disperdersi in traboccanti cronache. I suoi Esercizi infatti, perfino nell’ultima curatela: estesa rispetto alla princeps, non formano manco una centuria, e perciò sono eletti – magari accanto all’Alibi morantiano (1958) – come il campione più delizioso e radicale d’un’ossessiva reductio ad minimum....
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