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(vanadio, iodio, tellurio) La configurazione elettronica della memoria «Perché le età della vita non si succedono, si accavallano» Emanuele Trevi, Due vite, Neri Pozza, 2020 «Siamo un libro sul pavimento, in una casa vuota che sembra la nostra» Marco Mengoni, Due...

Documento 1. Per Raffaele La Capria

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Diario 2019. Non proiettare il presente sul futuro

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Bruno

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Peepshow

Cinque poesie in anteprima da “Peepshow (Poesie 1996-2023)” di Giovanni Turra, appena uscito nella collana ‘Gialla Oro’ di Samuele editore-pordenonelegge.

 

da IL BOSCO DEGLI SPIRITI (2014-2023)

2.1.

Muovi alla luna senza far rumore.

Intorno alla mole adesso
senza più corpo della casa.

Una minuscola isola d’insetti
d’un tratto cessati.

E le vocine di nuovo ancora
e l’ombra gialla fina.

Infima vigile subitaneità.

 

2.2.

Nell’atto
di mettere la mano alla porta,
un silenzio che a farlo
non basta esser uno.

E il corridoio di nuovo deserto.
E l’indossatrice di nuovo estinta.
Non l’hai udita
né l’hai vista mai.

 

3.2.

Domenica, ora viola.
Precipita a lento moto sul parquet
un peso piuma di rette sghembe.

O dovrei dire piuttosto un kiwi o
l’uccello trampoliere.

Ripeteva l’asimmetrica posa
di un piede sospeso a mezz’aria,
invece di cacciarlo nella bocca
allargata del pigiama.

Sottosopra mi vien fatto di pensare
a quanto avessero ab antiquo

avuto ragione:
di fare del cavallo
attributo di re.

 

3.4.

Adesso neanche trotta.
Si leva il bastone e cade
inutile, tremendo.
L’uomo smonta di sella
e piega verso l’animale.
Faccia e muso in una posa d’ascolto.
O di preghiera.
Si leva il bastone e cade.
Si volta, esce l’uomo correndo
dalla vita del cavallo.
Come se al mondo mai
cavallo e cavaliere
si fossero incontrati.

 

4.3.

I gialli campi estesi
nei gialli giorni ardenti.
di poi la luna
intirizzita e folle di settembre.
di volta in volta manovale,
stradino, cercatore d’oro.
Da ultimo coscritto: disertò
e non fu mai preso.

 

 

Baudelaire e l’esperienza dell’abisso

Pubblichiamo in anteprima un estratto dalla nuova edizione di "Baudelaire e l'esperienza dell'abisso" di Benjamin Fondane, a cura di Luca Orlandini, uscita per le Lettere.   «L’infinito (ἄπειρον) è la Colpa», sostenevano i Pitagorici, se crediamo ad Aristotele, che li cita nell’Etica Nicomachea (II 6, 1106 b 9-10). Sarebbe troppo lungo tentare qui anche il più breve commento al pensiero enigmatico cui i pitagorici, primi pionieri della "Mathesis universalis" che avrebbe ridotto il creato alla...

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