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(vanadio, iodio, tellurio) La configurazione elettronica della memoria «Perché le età della vita non si succedono, si accavallano» Emanuele Trevi, Due vite, Neri Pozza, 2020 «Siamo un libro sul pavimento, in una casa vuota che sembra la nostra» Marco Mengoni, Due...

Documento 1. Per Raffaele La Capria

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Diario 2019. Non proiettare il presente sul futuro

Ripubblichiamo questo Diario scritto da Carlo Carabba (e pubblicato nel numero 1 della nuova edizione di «Nuovi Argomenti», nel 2019) perché oggi suona tristemente profetico. Ma anche capace di aprire alla speranza. «Anche di Roma nessuno pensasse che poteva cadere....

Bruno

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Leonardo Colombati a colloquio con Paolo Mieli

Il fatto che il comunismo abbia significato una speranza di riscatto, ispirando, in un momento cruciale della Storia, movimenti di liberazione in tutta Europa, non dovrebbe far dimenticare che tutte le volte che quella speranza si è tradotta in sistemi politici...

Albio

Albio è il piccolo noce che è a sinistra
della strada salendo dalla casa
al cancello. Passando stamattina
l’ho guardato e ho veduto che aveva
fatto delle nocette, a coppie, già
grandine, verdi lucide, un po’ rade,
non tante ma bellissime e ho pensato
che l’anno scorso non le aveva ancora
fatte, e quest’anno era la prima volta
che le faceva, e anche guardavo
le foglie chiare perfette ovali
senza neanche una macchia, senza un punto
o un buco, niente, e anche i piccoli rami
alti fino giù al tronco snello nitido
bianco e la forma perfetta gentile
di tutto quanto l’alberetto dritto
nella luce, e pensavo: tutt’intorno
i meli il pero il susino i due poveri
cipressetti piegati dalla neve,
le rose, addirittura la gramigna!
sono malati, e tu sei così sano
invece e lucido e bello e pulito
Albio e stai in piedi nel tuo dolce angolo
nella luce; e pensavo ( e mi sembrava
che stesse come aspettando qualcuno
o qualcosa), pensavo: tutti hanno
qualche male, non c’è nessuno che
non abbia niente, e io avrei dovuto sì
curarli, dargli dei veleni, i rami
potargli e invece non ho fatto niente,
non ho potuto, non ho fatto niente,
e anche la casa e tutto questo presto
dovrò lasciare e i due cipressi piccoli
e Antenore che primo nel pometo
fiorisce e il fico e l’abetino morti
e le rose e l’erbaccia che ricresce
senza posa e il giardino del mio amore
tutto dovrò lasciare, tutto, e tu
Albio sei così bello, oh ma perché
perché sei così sano e bello Albio?
per chi? pensavo, per chi?… e il suo respiro
lieto e quieto sentivo quasi e un’ombra
che si curvava e nella luce un lume
già via cacciavo, già più non volevo
vederlo, e via per la strada tornavo
e non sapevo la tua gloria invece
non la sapevo, non sapevo niente,
e mi venivano, agli occhi, le lacrime.

(da “Fraturno”, 1987)

Storia universale dell’eccetera

Cinque poesie in anteprima da "Storia universale dell’eccetera" di Nilton Santiago (Taut Editori 2024), traduzione di Alberto Pellegatta.   MONOLOGO DELLE STELLE DEL CIRCO Il vecchio poeta clownsi è messo un’altra volta il naso rosso ciliegiaper uscire in scena.Poco prima, mentre si guardava allo specchio e si disegnava un sorriso scarlatto,ha pensato alla maniera in cui si sarebbe tolto da sotto il cappelloil passerotto con occhiali che si porterà via per sempre il cuoree tutto perché il...

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