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ecco che così il Cane alato…
ecco che così il Cane alato, ora,
pur non conoscendo per quali tramiti
egli stesso può portare la fortuna,
nè potendo far capire di che cosa
han bisogno le anime, tutte,
e le sostanze primigenie
e le ragazze mattutine, ecco
che aurorale spuntò fuori,
obliquamente, dal basso, dall’esilio,
conscio di essere egli medesimo,
tra gli altri, proprio il Cane:
ma da questo momento, tutto
quello che il cane, sgranando
i grossi occhi ebeti, ha suscitato
e teso, ecco che l’urlo del cuore
di qualcuno lo devasterà:
e senza il Cane, il tempo esatto
verrà, quando l’ombra totale
sarà discesa sopra il fico
che non matura mai.
(da “Zodiaco”, 2008)
Margini /1 – Giuseppe Ungaretti
Inauguriamo una nuova rubrica, dal titolo "Margini", che propone letture critiche di poesie emblematiche del Novecento. In apertura Giuseppe Tiné scrive su «O notte» di Giuseppe Ungaretti. Dall’ampia ansia dell’alba svelata alberatura. Dolorosi risvegli. Foglie, sorelle foglie, vi ascolto nel lamento. Autunni, moribonde dolcezze. O gioventù, passata è appena l’ora del distacco. Cieli alti della gioventù, libero slancio. E già sono deserto. Perso in questa curva malinconia. Ma...
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