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Un posto di vacanza, VII
Mai così fitto mai
così fittamente deliberante
appena fuori dalla foce
in tondo il crocchio dei gabbiani. Uno
si stacca a volo, tuffatosi
pesca un alcunché, torna al conciliabolo.
Sei già mare d’inverno:
estraniato, come chiuso in sé.
Amare non è sempre conoscere («non sempre
giovinezza è verità»), lo si impara sul tardi.
____________________________Un sasso, ci spiegano,
non è così semplice come pare.
Tanto meno un fiore.
L’uno dirama in sé una cattedrale.
L’altro un paradiso in terra.
Svetta su entrambi un Himalaya
di vite in movimento.
_____________________Ne fu colto
il disegno profondo
nel punto dove si fa più palese
– non una storia mia o di altri
non un amore nemmeno una poesia
______________________________ma un progetto
sempre in divenire sempre
«in fieri» di cui essere parte
per una volta senza umiltà né orgoglio
sapendo di non sapere.
Sul rovescio dell’estate.
Nei giorni di sole di un dicembre.
Se non fosse così tardi.
Ma tu specchio ora uniforme e immemore
pronto per nuovi fumi
di sterpaglia nei campi per nuove luci
di notte dalla piana per gente
che sgorghi nuova da Carrara o da Luni
tu davvero dimenticami, non lusingarmi più.
(da “Stella variabile”, 1981)
Gèlita
Alcuni estratti da "Gèlita" di Mariagiorgia Ulbar, B#S Edizioni, 2024. Come un’invocazione Attendere si può, ma è meglio non cercare nella vita in cui congiura di tempo e di elementi ci conquista sempre con la morte dicendo il sesso e senso della vita e alla vita sensuale e alla morte a lei congiunta nel lontano, nell’altezza di giorni in cui ci esalta contentezza e giorni di sprofondo, di terrore. Ci sediamo: bellezza non cerchiamo nella vita che si vive ma in figure di piacere il vimini...
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