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Per lei
Per lei voglio rime chiare,
usuali: in -are.
Rime magari vietate,
ma aperte: ventilate.
Rime coi suoni fini
(di mare) dei suoi orecchini.
O che abbiano, coralline,
le tinte delle sue collanine.
Rime che a distanza
(Annina era così schietta)
conservino l’eleganza
povera, ma altrettanto netta.
Rime che non siano labili,
anche se orecchiabili.
Rime non crepuscolari,
ma verdi, elementari.
(da “Il seme del piangere”, 1959)
L’ora più reale
Cinque poesie inedite. Mi dici che hai un piano regolatoreper la mente. Che la mente ha un pianoregolatore per il cosmo. Osserva – mi dici –come il guscio di un uovo compenetra il sole.Come l’asfalto combacia le stelle più lontanecol ritmo dei tuoi occhi se osservi in frammentila lingua che ti conduce. Mi hai detto di sostarenel punto più remoto della luce nel tuo corpo.Osserva – mi hai detto – con sguardi chiarila cicatrice che è l’acqua. Per stare uniti la coscienza mi chiedidi...
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