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Laiccare, lovvare
Afrodite,
mia signora di Cape Town,
madre mia figlia mia,
io del tuo stesso sesso
strabuzzando gli occhi a te
ho ben poco da dire sul laiccare e lovvare.
Ti sogno nordica, alta sei piedi
Ti sogno mascarona con due labbra gommoni rosso sangue,
e invece eccoti qui coi gattini e i cagnolini,
che subscrivi cinque riviste di ecologia
mentre setacci tutti i neri dal Sud Africa
alla Nave della Libertà, irrrorandoli di baci gommosi,
e laiccandoli tutti. Ma li lovvi? Boh.
Ti chiedo di ispezionarmi il cuore
e rinominare le immagini.
[…]
(“To like, to love”, trad. it. di Rosaria Lo Russo)
Margini /1 – Giuseppe Ungaretti
Inauguriamo una nuova rubrica, dal titolo "Margini", che propone letture critiche di poesie emblematiche del Novecento. In apertura Giuseppe Tiné scrive su «O notte» di Giuseppe Ungaretti. Dall’ampia ansia dell’alba svelata alberatura. Dolorosi risvegli. Foglie, sorelle foglie, vi ascolto nel lamento. Autunni, moribonde dolcezze. O gioventù, passata è appena l’ora del distacco. Cieli alti della gioventù, libero slancio. E già sono deserto. Perso in questa curva malinconia. Ma...
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